Un “no” al muro è stato detto da un migliaio di manifestanti a Budapest: una protesta contro la decisione del governo di procedere alla chiusura
Un “no” al muro è stato detto da un migliaio di manifestanti a Budapest: una protesta contro la decisione del governo di procedere alla chiusura fisica dei 175 km di frontiera con la Serbia, per limitare l’afflusso di clandestini dai Balcani meridionali.
“Non so se questo muro verrà davvero costruito – diceva uno degli organizzatori della protesta -: ho ancora qualche speranza che si fermino. Costa moltissimo, non comporta benefici, mette l’Ungheria in una situazione più imbarazzante, isolerà ancor di più la nostra patria, quindi non penso che abbia un senso”.
I manifestanti si sono recati nella piazza antistante il Parlamento, e lì hanno strappato la rete che rappresentava simbolicamente la barriera anti-immigrati i cui lavori sono in effetti già in corso.
“Quando gli organizzatori annunciavano la manifestazione, non sapevano che, nel giorno che avevano scelto, i lavori per la costruzione della barriera al confine serbo-ungherese sarebbero già stati in corso”, dice la corrispondente di euronews”.
C‘è molto dibattito in Ungheria, e una tensione crescente, sul tema degli immigrati.
A Mórahalom, dove sono stati avviati i lavori, la popolazione locale è piuttosto favorevole al muro.
A costruire il muro, per ora solo 150 metri, sono i detenuti. Al momento stanno preparando il cantiere e testando i materiali.