Dopo il no schiacciante alle proposte dei creditori, la popolazione greca si interroga sui prossimi passi del governo. L’esecutivo Tsipras ha
Dopo il no schiacciante alle proposte dei creditori, la popolazione greca si interroga sui prossimi passi del governo.
L’esecutivo Tsipras ha ribadito che in questione non c‘è la permanenza della Grecia nell’eurozona, contrariamente ai timori espressi da parte della stampa e della politica europea.
Ad Atene c‘è chi adesso è perplesso e chi invece crede che la linea di Tsipras avrà successo.
“Il sì e il no sono stati interpretati dagli stranieri come un sì o un no all’Europa. Se avessimo scelto il sì, il nostro messaggio sarebbe stato, vogliamo stare nell’eurozona. Ora, dicendo no, non so quale messaggio abbiamo inviato”.
“Tsipras può ottenere un accordo migliore di quello che ci è stato proposto. Non siamo contro gli europei, ma sicuramente non siamo d’accordo su tutto. Non possono chiederci mille cose e non darcene neppure una”.
Il no greco è un chiaro messaggio contro l’austerità anche per l’Onu, secondo il quale il rigore non ha aiutato la ripresa e i creditori dovrebbero prestare maggiore attenzione ai diritti umani.
UN debt expert says Greece can't take more austerity http://t.co/XMk9yjjaNLpic.twitter.com/lNwNxncUAq
— Kathimerini English (@ekathimerini) 6 Juillet 2015
Apostolos Staikos, euronews: “I greci sono uniti, ma confusi, all’indomani del referendum. La chiusura delle banche causa molto stress tra la popolazione. Per questo chiedono al governo di firmare un accordo per ripristinare la pace nel Paese”.