In Egitto, ad Alessandria, decine di persone comprese le autorità locali hanno partecipato ai funerali di uno dei soldati uccisi mercoledì dai
In Egitto, ad Alessandria, decine di persone comprese le autorità locali hanno partecipato ai funerali di uno dei soldati uccisi mercoledì dai miliziani islamisti. Il feretro è avvolto dalla bandiera egiziana, è uno dei 17 militari morti in una serie di attacchi coordinati nel nord del Sinai contro le forze di sicurezza egiziane.
Il bilancio ufficiale parla anche di 100 terroristi uccisi e molti feriti tra i civili. La violenza porta la firma della “Provincia del Sinai”, gruppo alleato con il cosiddetto Stato Islamico.
“Quello che è successo ci restituisce la fotografia nitida della capacità di questi gruppi di pianificare con anticipo, reclutare e costruirsi una potenza militare’‘, spiega Mohannad Sabry, esperto. “Si tratta di una evoluzione che non ha precedenti alla quale si dovrebbe guardare con massima attenzione, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo”.
Quelli di mercoledì sono gli attacchi più sanguinosi e sofisticati dal 1973 nella penisola egiziana che confina a est con Israele. Due giorni prima, in un attentato al Cairo è rimasto ucciso il procuratore generale Hisham Barakat.
“L’Egitto è in stato di guerra”, ha affermato il premier Ibrahim Mahlab nell’annunciare leggi più dure contro il terrorismo.