Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Burundi: l'opinione "dopo fallimento golpe, pericolo sommossa civile"

Burundi: l'opinione "dopo fallimento golpe, pericolo sommossa civile"
Diritti d'autore 
Di Euronews
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Il Burundi è sull’orlo del caos e rischia un bagno di sangue. Il presidente, Pierre Nkurunziza, “destituito” nei giorni scorsi con un golpe dei

PUBBLICITÀ

Il Burundi è sull’orlo del caos e rischia un bagno di sangue. Il presidente, Pierre Nkurunziza, “destituito” nei giorni scorsi con un golpe dei militari, è ritornato nella capitale Bujumbura. Per analizzare la situazione nel Paese africano, il giornalista di euronews, Olivier Péguy, ha intervistato Olivier Caslin, responsabile della rivista ‘Giovane Africa’.

Olivier Péguy, euronews: “È nostro ospite Olivier Caslin, giornalista della rivista ‘Giovane Africa’ e profondo conoscitore del Burundi. Il Paese africano è teatro di un’ondata di proteste contro il presidente Nkurunziza che ha quasi portato a un colpo di Stato. Perché, secondo lei, questo tentativo non è riuscito?”

Olivier Caslin, giornalista della rivista ‘Jeune Afrique’: “Il generale Niyombare Godefroid, a capo di golpisti, ha fatto male i suoi conti. Pensava di avere l’appoggio dell’esercito, ma poi si è reso conto, con il passare delle ore, che c’era solo una piccola frangia dell’esercito a seguirlo. Ci sono stati negoziati intensi tra le due fazioni dell’esercito, i lealisti da una parte e i golpisti dall’altra, durati due giorni. Poi, nella tarda notte di giovedì, almeno così pare, le trattative sono saltate. I lealisti hanno colto l’occasione per riconquistare le radio private che golpisti avevano occupato e pertanto, dopo questo avvenimento, i golpisti si sono dileguati”.

euronews: “Secondo lei, il fallimento del colpo di Stato mette fine al movimento di protesta?”

Olivier Caslin: “No. Sicuramente è la fine di ciò che veniva descritto come lo scenario “burquinabais”, cioè la presa del potere da parte dei militari per restituirlo al popolo. Attualmente questo scenario è sfumato, ma questo non significa la fine delle proteste. Sembra che già da questa mattina siano riprese le barricate, quindi è molto probabile che gli scontri continueranno. Solo, che questa volta, sarà una sommossa civile, non militare, e questo potrà segnare il ritorno alla violenza da parte delle forze di sicurezza che da ora in poi hanno piena libertà di azione”.

euronews: “Alcuni ora temono un giro di vite. È un timore giustificato?”

Olivier Caslin: “Sì, assolutamente. Da questa mattina è già iniziata la caccia all’uomo”.

euronews: “C‘è il rischio che, tra la popolazione civile, riesplodano antagonismi etnici, come è già accaduto in passato?”

Olivier Caslin: “È un rischio sempre presente in questa regione, ma per ora il Paese è protetto. Il Burundi, a differenza del Ruanda, ha fatto un lavoro importante e mirato per fare in modo che le comunità, i gruppi etnici, potessero convivere. L’esercito, per esempio, è composto per il 50% da Tutsi e per il 50% da Hutu. Quindi, per ora, questa crisi non è stata caratterizzata da una scissione etnica. Ma tutto è possibile in un Paese che ha vissuto una storia di violenza negli ultimi decenni. Purtroppo è possibile immaginare uno scenario peggiore”.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Nei villaggi africani, raccogliere acqua resta un fardello per tutta la vita

Ghana, elicottero si schianta in una foresta: morti i ministri della Difesa e dell'Ambiente e altre sei persone

La Francia ritira l'esercito dal Senegal, ponendo fine alla sua presenza in Africa occidentale e centrale