Una manifestazione antifascista in memoria del giovane rapper Pavlos Fyssas, ucciso nel settembre 2013, ha fatto da contrappunto, ad Atene, al
Una manifestazione antifascista in memoria del giovane rapper Pavlos Fyssas, ucciso nel settembre 2013, ha fatto da contrappunto, ad Atene, al processo contro 69 persone fra membri, deputati e simpatizzanti del partito filo-nazista greco Alba Dorata.
Appena aperta, l’udienza è stata subita aggiornata al prossimo 7 maggio, perchè un imputato non aveva difensori.
Media greci riportano che alcuni testimoni chiamati a deporre al procedimento sono stati aggrediti da simpatizzanti di Alba Dorata mentre stavano entrando in tribunale.
“Siamo slegati dai partiti e dal governo, ma chiediamo che vengano puniti se hanno compiuto un reato”, dice il presidente della comunità musulmana di Grecia.
Un difensore attacca la legittimità della procedura, perché – sostiene- unisce due casi: l’attività di una organizzazione criminale e l’assassinio di Fyssas.
Il processo si svolge in una aula bunker interna al penitenziario di Korydallos, alla periferia della capitale.
In apertura di udienza sono comparsi solo 44 degli imputati e fra loro non c’erano Nikos Michaloliakos, fondatore e leader del partito, né diversi altri deputati di Alba Dorata.
Per la prima volta nella storia recente della Grecia l’intero gruppo dirigente di un partito politico è sotto processo. Alba Dorata continua a godere di un importante consenso elettorale. Per questo l’esito del processo potrà causare contraccolpi sulla scena politica.