È una ricerca frenetica, fatta con decine di imbarcazioni e l’ausilio di elicotteri. Dalle prime ore del mattino si parla di settecento persone, si
È una ricerca frenetica, fatta con decine di imbarcazioni e l’ausilio di elicotteri. Dalle prime ore del mattino si parla di settecento persone, si teme una nuova strage nel mare, e sono notizie che infiammano ulteriormente il dibattito politico, con il centro-destra e la Lega che spingono per un blocco navale davanti alla costa libica e il centro-sinistra che discute piuttosto dei parametri dell’accoglienza. Il Presidente del Consiglio Renzi parla di un massacro che si compie nell’indifferenza:
“Nel mare Mediterraneo, quotidianamente, tutti i giorni, assistiamo a una strage, come assistiamo al dolore di tante donne e uomini di cui facciamo finta di dimenticarci”.
Su una cosa maggioranza e opposizione sono d’accordo: l’Europa è sostanzialmente assente, e la richiesta italiana di un vertice europeo urgente è appoggiata anche dal presidente francese, François Hollande:
“Siamo preoccupati – ha detto -: il Mediterraneo è il nostro mare comune, un ponte tra Africa ed Europa. Anch’io ho chiesto una riunione urgente con tutti i ministri europei degli esteri e degli interni”.
Il peschereggio affondato al largo delle coste libiche è la punta dell’iceberg: sono oltre undicimila gli immigrati sbarcati in poco più di una settimana, centinaia ogni giorno, decine di imbarcazioni che partono per poi lanciare l’allarme poche miglia più in là. Quasi mille gli annegati dall’inizio dell’anno, senza contare quelli delle ultime ore.