Firmata a Khartum una "dichiarazione di principi" fra i tre paesi. Addis Abeba rassicura: "Nessun impatto sulla popolazione"
La soddisfazione di Al-Sisi lascia sperare che l’ascia di guerra sia sotterrata una volta per tutte.
Il suo Egitto ha firmato a Khartum con Sudan ed Etiopia una “dichiarazione di principi” sul progetto della controversa diga idroelettrica, che minaccia di ridurre la portata del Nilo.
#GoodNEWS ! #Ethiopia, #Sudan & #Egypt signed z agreement on z Declaration of Principles on the #GERD this afternoon pic.twitter.com/QYQdPJ95Kh
— Frehiwot Negash (@FrehiwotNG) 23 Marzo 2015
Compensazioni e priorità dei paesi a valle nell’accesso all’energia elettrica sono alcune delle garanzie con cui l’Etiopia, che ospita la diga GERD – acronimo di Grand Ethiopian Renaissance Dam, diga del grande rinascimento etiope – ha provato a rassicurare Sudan ed Egitto.
“Voi prosperete e beneficerete di questa opera – ha detto il presidente Al-Sisi, rivolgendosi agli altri firmatari dell’accordo -. Vi invito però a non dimenticare che in Egitto la gente vive solo dell’acqua del Nilo”.
“Quest’opera non avrà alcun impatto significativo sulla popolazione dei nostri tre paesi – la rassicurante replica del primo ministro etiope Desalegn Hailemaran – e tantomento su quella dell’Egitto”.
“Affidati all’italiana Salini Impregilo”: http://www.salini-impregilo.com/lavori/in-corso/dighe-impianti-idroelettrici/grand-ethiopian-renaissance-dam-project.html, i lavori per il progetto da quasi quattro miliardi di euro sono iniziati nel duemiladieci e dovrebbero terminare fra due anni. Fonti ufficiali etiopi hanno parlato di “lavori ultimati al 42%”.