In quattromila hanno lasciato il Paese nel solo mese di gennaio. In stato di indigenza il 40% della popolazione.
Pristina, stazionamento degli autobus. I pullman per la Serbia vengono presi d’assalto.
Un vero e proprio esodo, se rapportato alla dimensione limitata del Kosovo. Quasi in quattromila hanno lasciato il piccolo Paese balcanico solo nell’ultimo mese. In tutto il 2013 erano stati seimila.
È la fuga dalla povertà, che attanaglia il 40% della popolazione, formata da 1,7 milioni di abitanti.
Porta tanti di loro prima a passare il confine con lo Stato che fino a sei anni fa era tutt’uno col loro e che ora, con regole meno restrittive che in passato, accetta di lasciar transitare persone munite di documenti emessi in Kosovo.
Ma non è la Serbia la destinazione di questa gente, che si dirige in massa verso l’Ungheria.
Per molti nemmeno quello sarà il traguardo finale. Secondo le autorità magiare, la maggior parte di loro lascia il Paese entro 24 ore da quando ci hanno messo piede. Gli altri in pochi giorni. Le mete più ambite sono Austria, Germania e Svizzera.
La polizia tedesca, equipaggiata con telecamere termiche, aiuta la polizia serba a pattugliare i confini.