“Kiev ancora non si rende conto che siamo in grado di attaccare contemporaneamente da tre direzioni”: è il bellicoso proclama del leader
“Kiev ancora non si rende conto che siamo in grado di attaccare contemporaneamente da tre direzioni”: è il bellicoso proclama del leader dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Alexandr Zakharcenko, all’indomani della conquista dell’aeroporto, evacuato dalle truppe fedeli a Kiev. “Non faremo più prigionieri”, ha aggiunto il leader, dopo l’uccisione di tredici civili a una fermata dell’autobus di Donetsk, dove sono caduti colpi di mortaio.
Una tregua che aveva finora sostanzialmente tenuto sembra ora andare in frantumi, e sul fronte diplomatico c‘è chi cerca di tamponare le falle. Jens Stoltenberg, il Segretario generale dela NATO, conferma che l’Alleanza Atlantica resta vigile. “Stiamo accrescendo la nostra presenza militare alle frontiere orientali – aggiunge – e stiamo anche stabilendo elementi di comando permanente i tutti i sei paesi orientali della NATO”.
Stoltenberg si è però anche detto pronto a parlare con il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, e probabilmente il colloquio avverrà a Monaco di Baviera, fra tre settimane.
Anche il presidente russo, Vladimir Putin, sottolinea che la soluzione può venire solo dal dialogo.
Mosca accusa Kiev di apprestarsi a un’offensiva ad ampio raggio, e intanto nuovi fronti si sono aperti anche nei dintorni di Lugansk.