I carri armati dell’esercito ucraino avebbero respinto o per lo meno contenuto la nuova offensiva dei ribelli nell’area di quello che era l’aeroporto
I carri armati dell’esercito ucraino avebbero respinto o per lo meno contenuto la nuova offensiva dei ribelli nell’area di quello che era l’aeroporto internazionale di Donetsk. Un’area che resta terreno di scontro e che, allo stadio attuale, sarebbe divisa tra zone di controllo dei ribelli e zone tenute dai soldati di Kiev. L’esercito ucraino è passato alla controffensiva dopo due giorni di avanzata dei militari indipendentisti.
“Kiev ha sfruttato la tregua nel Donbass per ricostituire le proprie forze e procurarsi armi pesanti: artiglieria, lanciarazzi di tipo Grad o Uragan” accusa Alexander Zakharchenko, capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk.
Ma se la situazione resta tesa e confusa sul terreno, non sono oggetto di dubbio le condizioni drammatiche della popolazione nella città di Donetsk: diversi quartieri sono stati interessati dai bombardamenti degli ultimi 3 giorni. Il portavoce delle operazioni anti-terrorismo ucraine Andriy Lysenko:
“Siamo pronti ad un cessate il fuoco se i terroristi non sparano. Siamo pronti, a determinate condizioni, a far indietreggiare le armi pesanti di 15 chilometri, come stabilito dagli accordi di Minsk. I soldati ucraini non sono mai entrati nella città di Donetsk e non aspirano ad entrarvi” assicura.
Ieri la Russia si è detta estremamente preoccupata della ripresa dei combattimenti nell’Est ucraino e il Presidente Vladimir Putin ha inviato una lettera al suo omologo Petro Poroshenko proponendo il ritiro dell’artiglieria pesante dal fronte.