Bruxelles, preoccupa l'esito del voto italiano

Bruxelles, preoccupa l'esito del voto italiano
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Di Euronews
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Roma non può essere Atene. Lo spettro di una paralisi italiana arriva a Bruxelles dove in queste ore si delineano scenari e si formulano ricette per evitare all’Eurozona di ricadere in una crisi profonda e forse letale.

Nei corridoi dell’Europarlamento facce sbigottite e molta incertezza verso il futuro. A spaventare eurodeputati e non non è soltanto l’ingresso dei cinque Stelle in Parlamento, ma anche l’ipotesi di un governo di larghissime intese incapace di prendere decisioni fondamentali per l’intera zona euro.

Per Charles Tannock, conservatore britannico e grande conoscitore dell’Italia, l’incognita rimane il Movimento di Grillo.“Il Parlamento si riempirà di persone prive di ogni competenza politica e di un programma reale“ammette Tannock, che riferendosi all’elettorato M5S afferma:“E’ stato un voto contro l’euro, contro gli eurocrati. Ora però queste persone dovranno collaborare alla formazione del Governo per dare al Paese una guida”.

Per Elmar Brok, popolare europeo e uomo vicino ad Angela Merkel, l’unica strada è continuare con le riforme avviate da Monti:“Spero si arrivi a un governo di responsabilità e che il Parlamento porti avanti il programma di riforme in modo da rendere l’Italia di nuovo competitiva e garantire un futuro migliore anche all’Unione europea”.

Diversa la visione della sinistra. Jo Leinen, socialista tedesco, guarda lontano, a un’Europa che sappia rinnovare politiche e leadership.“Mi auguro avvenga un salto verso politiche alternative costruttive, che soltanto la sinistra europea può garantire” afferma Leinen, che aggiunge:“Basta con populismo e nazionalismo, dobbiamo imparare la lezione italiana”.

Euronews ha scelto di commentare l’esito del voto italiano con Anton La Guardia, giornalista de “The Economist” a autore di “Charlemagne” uno dei blog sull’attualità europea più seguiti a Bruxelles.

Euronews:“Non sono sicura si tratti di una vera e propria lezione, ma gli italiani hanno sicuramente inviato un segnale non soltanto a Bruxelles, ma a Francoforte e ad Angela Merkel, leader delle politiche d’austerità. Cosa significa il voto italiano?”.

Anton La Guardia:“La lezione è difficile da capire perché gli italiani parlano con troppe voci diverse. Questo è uno dei problemi principali al momento. Il voto è frammentato in troppi partiti diversi. Il messaggio è che gli italiani sono stanchi, stanchi delle stesse disfunzioni del sistema politico, che si è dimostrato un fallimento sin dal 1990, dopo la caduta del Muro di Berlino, quando il sistema partitico é collassato. Poi, c‘è un chiaro messaggio anti-austerità. E’ su questo che hanno fatto leva molti partiti che ce l’hanno fatta. Rimane il fatto che l‘Îtalia continua ad avere un debito enorme, oltre il 120% del Pil. Tutti coloro che si dicono contrari all’austerità non chiariscono, però, come pensano di ridurre questo debito. Il vero problema è che nei decenni passati mentre il debito si è accumulato, l’Italia ha avuto una crescita zero. Nessuno ha offerto soluzioni chiare per ripristinare la crescita.
Euronews:“Sulla scia di questo caos economico, ci si chiede se l’Italia sia ancora un partner affidabile per i Paesi europei.Come considera questa situazione?”.

Anton La Guardia:“L’Italia è molto più di un partner è uno degli Paesi fondatori dell’Unione europea. E’ un Paese grande, al di là dei suoi problemi. E’ difficile essere prepotenti con l’Italia. Si può esserlo con la Grecia, con altri piccoli Paesi, dire loro se non fai così allora ti eliminiamo. Possiamo sopravvivere alla perdita della Grecia, ma per l’Italia è un discorso diverso. L’Italia è un Paese troppo grande da salvare, troppo grande per un fondo di salvataggio, e per permetterci di sopravvivere di fronte alla sua perdita.

Euronews:“Il problema della crescita, però, rimane. E la crescita è necessaria. Come si riesce a governare approvando misure d’austerità se poi l’elettorato sceglie di votare contro queste misure. Come si risolve il problema?”,

Anton La Guardia:“L’austerità da sola non basta a risolvere il problema della crescita. Anzi nel breve periodo peggiorerà la situazione. Quello di cui si ha bisogno sono delle riforme strutturali che permettano di riconquistare la competitività. Per questo serve un sistema politico che funzioni, un sistema giuridico e uno di ricerca e sviluppo che funzionino. Un buon governo significa tutto questo. E all’Italia manca davvero da molto tempo. Certo alcune delle riforme toccano aspetti che gli italiani hanno bocciato, perché ledono interessi considerati diritti. In un sistema monetario ad alta inflazione, l’Italia non ha dato prova di resistere troppo bene. E’ tempo di decidere se si ha voglia di procedere lungo le riforme necessarie a restare in questo contesto, e quindi beneficiare dell’euro oppure pensare a uno scenario diverso. Nessuno ad oggi ha mai pensato al modo per far uscire un Paese dall’euro.

Euronews:“Ad oggi sembra che le distanze tra la Germania, ma anche altri Paesi europei, e Italia sia più grande. Cosa pensa?”.

Anton La Guardia:“Il gap economico e competitivo è sicuramente cresciuto. I prezzi italiani sono cresciuti anche durante la recessione. Si può cambiare tutto questo? Si, ma soltanto con le riforme. Le esportazioni spagnole sono diventate molto più competitive. E’ un Paese che ha attraversato una crisi profonda, che ha attuato riforme. Le cose possono cambiare. La domanda è:- il sistema italiano saprà condurre questo cambiamento?-. I risultati delle elezioni mi fanno pensare che sarà difficile. Sono due le possibili opzioni: o si forma un’ampia coalizione di Governo, che comunque non avrà una vita lunga, oppure si torna al voto. Com‘è accaduto in Grecia, dove ci sono volute due elezioni per formare un Governo stabile”.

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