"Azerbaijan disposto a concedere larga autonomia a Nagorno Karabach", Ilham Alyiev

"Azerbaijan disposto a concedere larga autonomia a Nagorno Karabach", Ilham Alyiev
Di Euronews
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Ilham Alyiev, presidente dell’Azerbaijan: Il coinvolgimento personale del presidente Medvedev può aiutare le parti a trovare un’intesa. Siamo quindi ottimisti e pensiamo che, se la controparte armena avrà un approccio costruttivo e la volontà politica di fare importanti passi avanti, il conflitto potrà essere risolto molto presto.

Sergio Cantone, euronews: Che cosa dovrebbero fare gli armeni per essere costruttivi, come lei ha detto?

Alyiev: Per quanto riguarda il processo negoziale, le linee guida che sono state offerte dai mediatori delle due parti sono in linea con quelle riconosciute internazionalmente, vale a dire l’integrità territoriale dei paesi e il diritto del popolo all’autodeterminazione. Sono principi che non sono in conflitto tra loro, sono importanti e gli accordi di pace dovranno tenere conto di entrambi.

euronews: Che cosa è disposto a concedere l’Azerbaijan in cambio del ritiro delle forze armene dal Nagorno Karabakh? L’Azerbaijan ha fatto un’offerta?

Alyiev: Non dobbiamo dare niente in cambio di qualche cosa che già apparteneva a noi. Storicamente, il Nagorno Karabakh è sempre stato dell’Azerbaijan, e questo è riconosciuto dalla comunità internazionale.

euronews: Ma immagino che gli armeni ritireranno le loro truppe soltanto a particolari condizioni, quali, ad esempio, il diritto all’autodeterminazione o una forte autonomia della regione…

Alyiev: Da anni, la nostra posizione in merito è molto chiara: io stesso ho dichiarato pubblicamente che siamo pronti a concedere la più ampia autonomia possibile alla popolazione che vive in Nagorno Karabakh e che tornerà a vivere in quella regione.

euronews: Come si concretizzerebbe questa autonomia?

Alyiev: Questo sarà il tema dei futuri negoziati e, a nostro parere, potrebbe essere una vera autonomia. Penso che potremmo ispirarci alle migliori espressioni di autonomia che esistono in Europa, dal momento che sarebbe difficile inventare delle formule nuove. Ci sono esempi positivi tra i paesi europei.

euronews: Ad esempio?

Alyiev: Ad esempio, in Italia, in Tirolo e in altre aree in cui il governo centrale presta grande attenzione alle autonomie regionali e in cui c‘è un forte sostegno finanziario per garantire degne condizioni di vita alle popolazioni locali. L’Azerbaijan è un paese che possiede vaste risorse finanziarie e quindi per noi non sarebbe un problema avviare seri programmi di sviluppo economico e sociale per il Nagorno Karabakh.

euronews: Come giudica l’approccio degli attuali dirigenti politici armeni? Pensa che siano più disponibili che in passato?

Alyiev: Fino a qualche tempo fa, l’Armenia ha creduto di poter mantenere lo status quo a proprio piacimento e a dispetto di tutti. Ma gli importanti sviluppi degli ultimi mesi hanno cambiato tutto: la comunità internazionale e i presidenti del Gruppo di Minsk, ovvero Stati Uniti, Russia e Francia, hanno assunto una posizione molto netta, dicendo che lo status quo non è accettabile. Questo è accaduto negli ultimi mesi. Oggi nel mondo c‘è la consapevolezza che quello in Nagorno Karabakh non è un conflitto congelato. Non lo è, e anzi la tregua è molto fragile. Le violazioni permanenti del cessate il fuoco e la linea di contatto pongono un grave problema a tutti noi: all’Azerbaijan, all’Armenia e alla comunità internazionale. Un altro punto importante è che l’equilibrio di potere tra Armenia e Azerbaijan è mutato drasticamente negli ultimi anni. Oggi, ad esempio, l’Azerbaijan è in grado di spendere dieci volte di più dell’Armenia. Le spese militari che sostiene l’Azerbaijan superano l’intero bilancio dell’Armenia e questo è un dato di fatto. Più il tempo passa, più ampio si farà il fossato tra i due paesi.

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