Quando il tempo meteorologico diventa clima

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Di Euronews
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Il tempo meteorologico è costantemente monitorato per verificare se se diventa più caldo, più freddo, più umido o più secco. Ma che cosa cambia nel lungo termine? Quand‘è che il tempo diventa diventa clima?

Adam Scaife, Responsabile delle previsioni meteo al Met Office Hadley Centre: “In presenza di una stagione o di un mese insoliti, non possiamo dare subito la colpa ai mutamenti climatici. Non possiamo farlo perché c‘è caos nell’atmosfera”.

Proviamo a venire a capo del caos cercando delle tendenze. E oggi abbiamo un punto di osservazione privilegiato nello spazio. Eumetsat possiede e controlla i satelliti europei ad alta precisione, sviluppati dall’Agenzia spaziale europea, l’Esa. I satelliti ci permettono di saperne come mai prima d’ora sul tempo meteorologico. Ma che dire del clima? Come viene definito e inteso il concetto di clima?

Johannes Schmetz, Capo ricercatore di Eumetsat
“La media di tutti i parametri che riguardano il tempo meteorologico, quantità geofisiche, temperature, umidità, su un arco di trent’anni, è ciò che chiamiamo clima di riferimento. I satelliti sono storia recente, non ci dicono molto sugli ultimi duecento anni. I dati attendibili di cui disponiamo su atmosfera e temperatura iniziano a partire dal 1979”.

Se i meteorologi utilizzano le informazioni fornite dai satelliti di Eumetsat per prevedere come cambierà il tempo nelle prossime ore, i climatologi guardano al passato recente, analizzando ciò che è accaduto mesi o anni fa.

Adam Scaife, responsabili previsioni meteo al Met Office Hadley Centre: “I dati storici hanno una doppia utilità pratica. In primo luogo, esaminando i dati climatici del passato possiamo identificare i punti di oscillazione e la variabilità, e utilizzarli poi per mettere alla prova i nostri modelli informatici. Riusciamo così a capire se i modelli riproducono le stesse oscillazioni e se sono quindi elaborati nel modo corretto, se poggiano su solide basi scientifiche. Il secondo utilizzo dei dati storici è quello di mettere alla prova le nostre previsioni. Prendiamo in considerazione tutto ciò che sapevamo prima dell’inverno, e scopriamo se saremmo riusciti a prevedere quello che poi sarebbe accaduto. Ripetiamo il test su ogni anno, per vedere se i risultati combaciano con i dati storici”.

Cercando nel posto giusto, si trovano dati che risalgono ancora più indietro nel tempo. E questo serve a individuare tendenze di più lungo termine nella naturale variabilità climatica. Un posto giusto è la British Library, dove è custodito un prezioso patrimonio di dati, frutto di accurata osservazione e compliazione. Questi documenti antichi vengono ora passati al setaccio dal climatologo Philip Brohan: “L’obiettivo è capire quali sono state le variazioni del tempo meteorologico nel lungo termine. Sappiamo moltissimo su come cambia il tempo oggi, grazie ai satelliti e ai dati del Met Office. Ma se si verifica una grande tempesta, la gente si chiede: “E’ un fenomeno ricorrente? O qualcosa sta cambiando a causa del mutamento climatico?”. E’ molto utile poter mettere a confronto i fenomeni meteorologici, soprattutto quando si tratta di tempeste, siccità, alluvioni, con i dati storici”.

Alcuni di questi dati storici sono stati compilati in mare. Questi registri appartenevano alla Compagnia britannica delle Indie orientali, la cui flotta di mercantili viaggiava in India e in Cina nel XVIII e XIX secolo. I dati meteorologici storici sono una risorsa preziosa, perché rilevati in un luogo e in un momento precisi. Ma sono compatibili con le rilevazioni satellitari?

Johannes Schmetz, Eumetsat: “I satelliti effettuano misurazioni in modo molto diverso. Misuriamo in campi radioattivi nella parte più alta dell’atmosfera. E i campi radioattivi ci danno informazioni riguardo le quantità geofisiche che ci interessano, come temperatura, umidità, livello di ozono nell’atmosfera, o velocità del vento sulla superfice del mare. Il modo di misurare cambia. I satelliti misurano una cosa, da cui poi deduciamo le quantità geofisiche che ci interessano”.

Sebbene il modo di effettuare le misurazioni sia diverso, i dati storici e i dati satellitari sono accomunati dalle leggi fondamentali della fisica, che non sono cambiate e da cui dipende il nostro sistema climatico. Sono quindi informazioni utili per elaborare modelli climatici. Unire le semplici osservazioni di quegli antichi uomini di mare con i nostri moderni sistemi di precisione ci aiuta a distinguere tra tempo meteorologico e clima. E’ da qui che si può partire per capire come e quanto le emissioni di Co2 stanno cambiando l’atmosfera.

Bonus interview: Adam Scaife

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