I negoziati diretti offerti da Putin si tengono a Istanbul ma senza il presidente russo. Quello ucraino Zelensky incontra Erdoğan ad Ankara. Ad Antalya si incontrano invece i ministri degli Esteri Nato, tra cui il segretario Usa Rubio. Tajani: "Abbiamo raggiunto il 2% del Pil per la difesa"
La delegazione russa, attesa per colloqui diretti in Turchia sul cessate il fuoco con l'Ucraina, è arrivata giovedì a Istanbul, secondo l'agenzia di stampa Ria Novosti. Come annunciato alla vigilia da Mosca, la delegazione non è al massimo livello diplomatico e non è guidata dal presidente Vladimir Putin.
Per la Russia sono stati inviati il caponegoziatore Vladimir Medinsky, il vice ministro degli Esteri Galuzin Mikhail Yuryevich, il viceministro della Difesa Alexander Fomin e il direttore dell'intelligence militare Igor Kostyukov. Su richiesta della Turchia, i negoziati sono stati rinviati al pomeriggio di giovedì, lo ha fatto sapere la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Zelensky ad Ankara da Erdoğan
Volodymyr Zelensky, che aveva sfidato il presidente russo a una faccia a faccia dopo che questi aveva annunciato i negoziati diretti, è arrivato ad Ankara per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
"Il presidente inizierà la sua visita ad Ankara e solo allora deciderà i prossimi passi", ha affermato giovedì mattina un funzionario ucraino, parte della delegazione giunta in Turchia.
L'Ucraina si è detta pronta in questa occasione solo a discutere di come attuare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, secondo media di Kiev e internazionali.
Donald Trump aveva auspicato l'arrivo a Istanbul di entrambi i leader russo e ucraino, impegnandosi a raggiungerli in caso durante il suo tour in Medio Oriente, che giovedì lo ha portato negli Emirati Arabi Uniti dopo Qatar e Arabia Saudita.
Il presidente Usa ha fatto sapere che potrebbe ancora unirsi venerdì. Sono tuttavia presenti gli inviati speciali della Casa Bianca per il Medio Oriente e l'Ucraina, Steve Witkoff e Keith Kellogg. Rispondendo a una domanda dei giornalisti a Doha, Trump ha commentato l'assenza di Putin in Turchia. "Non avevo in programma di partecipare. Ero disposto ad andare, ma non era pianificato. E ho detto: non credo che ci andrà se non ci vado io. E così è stato", ha spigato il capo di Stato Usa motivando l'assenza del leader russo.
In Turchia anche la riunione dei ministri degli Esteri della Nato
"Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni sull'Ucraina, ma vogliamo vedere progressi in tal senso. E qualunque meccanismo venga delineato, qualunque sia il processo che deve essere attuato", ha detto il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che è in Turchia ma per ora ad Antalya, dove si tiene una riunione dei ministri degli Esteri della Nato.
"Siamo aperti e disponibili in qualsiasi modo possibile per porre fine al conflitto. Dirò questo, e lo ripeterò, che non esiste una soluzione militare al conflitto tra Russia e Ucraina", ha proseguito Rubio, "prima si raggiungerà un accordo per porre fine a questa guerra, meno persone moriranno e meno distruzione ci sarà. E in definitiva, questo è l'obiettivo del Presidente".
Rubio sarà nel fine settimana a Roma per un bilaterale, ha detto a margine della riunione il ministro italiano e vicepremier, Antonio Tajani, che ha annunciato il raggiungimento da parte dell'Italia del 2 per cento del Pil di investimenti in difesa fissato dalla Nato.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, entrando al vertice, ha detto che sul cessate il fuoco in Ucraina "la palla è in campo russo" e che l'obiettivo dell'Alleanza è l'aumento delle spese militari, di cui si parlerà al prossimo vertice annuale nei Paesi Bassi il 24-26 giugno.
È ancora presto per parlare di numeri ma "la buona notizia è che prevedo che prima del vertice molti Paesi raggiungeranno il 2 per cento" del Pil, ha detto Rutte.
"I russi saranno in grado di riorganizzarsi tra tre-cinque anni", ha proseguito il segretario generale, "c'è anche da tener in conto della richiesta degli Usa affinché ci sia equilibrio tra il loro livello di spesa e quello di Canada e Ue, ma anche della "minaccia della Cina, il terrorismo".
"Dobbiamo considerare tutte le spese legate alla difesa. Per esempio, dobbiamo assicurarci che i ponti non servano solo a far passare le nostre auto, ma anche, se necessario, che possano reggere il peso di un carro armato. Anche queste spese vanno incluse", ha concluso Rutte.