Il neo-eletto Pontefice può adottare uno dei nomi tradizionali della Chiesa o uno nuovo, come fatto da Francesco. Il nome scelto dal Papa indica da subito il corso che intende seguire
I segnali che il pontificato di Jorge Mario Bergoglio avrebbe provato a cambiare la Chiesa, per tirarla fuori dai palazzi Vaticani e portarla tra la gente del mondo, erano quasi tutti presenti al suo annuncio, dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, la sera del 13 marzo 2013.
Il nuovo Pontefice argentino si presentò in una semplice veste bianca ed esordì con un popolarissimo "Buonasera", all'ora di cena e dei telegiornali per milioni di famiglie italiane. Poi, chiese ai fedeli di pregare per lui, quasi volesse una benedizione della piazza prima ancora di essere lui a impartirla.
In effetti pochi minuti prima, tra le righe della formula di rito in latino pronunciata dal cardinale protodiacono, aperta dal famoso Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!, c'era già il manifesto della Chiesa dei dodici anni successivi.
Era nello stesso nome pontificale voluto da Bergoglio: quel Franciscus, che richiamava il Santo di Assisi, spogliatosi nel 1206 di vesti e ricchezze per assistere i poveri, e che mai era stato scelto prima di allora da un Papa.
Il pontificato di Bergoglio era racchiuso nel nome Francesco
La Chiesa ha contato nella sua storia 266 Papi e circa 80 nomi, al netto dello Scisma d'occidente (1378-1417) e della presenza di cosiddetti "antipapi" che poi la Chiesa ha riconosciuto o meno, seminando errori nella progressione numerica dei pontificati.
Prima del 10° secolo molti Papi mantennero il proprio nome di battesimo, ma da allora l'adozione di un altro nome ha sancito l'ascesa alla carica, senza dimenticare che fu Gesù ad affidare all'apostolo Simone una nuova identità e una missione, come si legge nel Vangelo di Matteo (16, 18): "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa".
Tradizione vuole che il Pontefice appena eletto scelga tra i nomi già usati in passato, il più delle volte alla luce del contesto storico-politico dell'epoca, dell'ispirazione a un particolare Santo o della continuità con un predecessore.
La scelta però di un nome pontificale mai utilizzato non è di per sé un segno di rottura.
Nel 1978 Albino Luciani coniò il nuovissimo (e brevissimo, datò che morì 33 giorni dopo) Giovanni Paolo, per onorare i due predecessori nonché promotori delle riforme del Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII e Paolo VI, entrambi divenuti Santi.
Nessuno peraltro ha raccolto formalmente l'eredità di Pietro o richiamato finora gli evangelisti Marco, Matteo e Luca. Cosa dobbiamo aspettarci dunque dal nome, contenuto nell'annuncio che segue la celebre fumata bianca del Conclave nella Cappella Sistina?
Qual è il nome di un Papa conservatore: da Benedetto a Pio
Non è una scienza, naturalmente, ma un'interpretazione che si può trarre dalla storia dei pontificati.
I nomi più ricorrenti sono stati Giovanni (scelto 21 volte, per via di un antipapa e del salto del XX nel caos dello Scisma), Benedetto e Gregorio (16), Clemente (14), Innocenzio e Leone (13), Pio (12 papati, ma in totale il più longevo con 158 anni totali).
Dal 6° secolo in poi c'è stato almeno un Papa Gregorio ogni cento anni, l'ultimo nel 1831-1846 (con menzione per San Gregorio VII, che teorizzò la supremazia del Pontefice sul potere secolare degli imperatori), a meno di considerare curiosamente quelli eletti con questo nome negli anni 2000 nella chiesa scismatica Palmariana.
Gli Innocenzo contano un Santo, Innocenzo I nel 400, ma sono assenti dalla morte di Innocenzo XIII nel 1724. I Clemente comprendono invece il quarto Papa della storia (nell'88 d.C.) e gli ultimi quattro concentrati nel 1700.
Rimaniamo allora ai papati degli ultimi 150 anni, andando a ritroso nel tempo.
Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, è stato un teologo fedele alla tradizione solenne e alla dottrina della Chiesa, non a caso alla guida per oltre trent'anni della Congregazione per la dottrina della fede, quella che per secoli è stata la Santa Inquisizione.
Lo stesso Ratzinger rese noto come fosse stato ispirato da Benedetto XV, per i suoi appelli alla pace durante la Prima guerra mondiale, e dall'opera di diffusione del cristianesimo in Europa da parte di San Benedetto e del suo ordine monastico.
L'altro nome che può indicare un conservatore è Pio, scelto da Pio XII e dal predecessore. Pio XII, nato Eugenio Pacelli, nobile romano, fu diplomatico vaticano nella Germania che visse l'ascesa nazista e alla guida della Chiesa durante la Seconda guerra mondiale.
Viene ricordato per le proteste levate contro il conflitto e la visita a San Lorenzo nel '43 dopo il bombardamento del quartiere romano, ma anche criticato per non avere fatto tutto il possibile contro la persecuzione degli ebrei.
Pacelli volle segnare la continuità con il governo di Achille Ratti, il Pio XI del ventennio del Fascismo e dei Patti Lateranensi, che posero fine allo Stato pontificio regolando i rapporti con l'Italia, autore anche di encicliche dedicate a una rigorosa morale cristiana.
Questi si era ispirato ai predecessori con lo stesso nome, in particolare Pio X (Giuseppe Sarto) che nel primo Novecento si era battuto contro il modernismo cattolico e sarebbe stato poi canonizzato.
Qual è il nome di un Papa progressista: Leone, Giovanni, Paolo e Francesco
Karol Wojtyła omaggiò con Giovanni Paolo II lo sfortunato predecessore, diventando poi il Pontefice dei giovani e delle masse, uno tra i più amati di sempre, e Santo a furor di popolo nel 2014.
Questo per quanto i suoi 26 anni di papato, il terzo più lungo della storia dopo quelli di Pietro e di Pio IX, si siano accompagnati a posizioni ferree dal punto di vista dottrinale e sociale (fu chiuso sul celibato dei sacerdoti, sul ruolo della donna e sull'omosessualità ad esempio) e al rafforzamento di movimenti cattolici conservatori all'interno della Chiesa.
Prima di lui, il breve passaggio di Luciani aveva riconosciuto la necessità di avvicinarsi alla gente e di adeguarsi a uno stile meno formale. Giovanni Paolo I, che aggiunse da subito il numero per sottolineare la novità del doppio nome, fu il primo Papa a non essere incoronato e a rivolgersi ai fedeli usando l'io e non il plurale maiestatis.
Quanto a Paolo, il cardinale Giovanni Battista Montini nel Conclave del 1963 prese da moderato i voti dei cardinali sia progressisti che conservatori. Come Paolo VI, "per devozione all’Apostolo-missionario che porta il Vangelo al mondo" scrisse, portò a compimento alcune delle aperture cominciate nel Concilio Vaticano II dal suo predecessore.
Questi era l'ex patriarca di Venezia e suo amico personale Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, che aveva indetto il Concilio l'anno prima per "spalancare" la Chiesa al mondo e adeguarla ai tempi, pur senza apportare modifiche ai dogmi.
Di origini e modi umili - viene ricordato come il "Papa buono" - fu tra i primi a uscire in visita a carceri e ospedali e scelse un nome che non compariva da secoli, Giovanni, ripetendo l'ordinale appartenuto a un antipapa del 15esimo secolo.
D'altra parte, la proiezione sociale della Chiesa aveva messo le radici sin dalle encicliche di fine 19esimo secolo, soprattutto grazie alla Rerum Novarum con cui il cardinale Vincenzo Pecci, divenuto Leone XIII, aveva accettato la sfida della modernità e delle nuove istanze sociali.
È il merito ora riconosciuto a Francesco, che ha avviato un confronto sulle questioni congelate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, eccezion fatta per la difesa costante della vita umana contro l'interruzione di gravidanza e i progressi dell'eutanasia.
Qualcuno chiede dunque che la Chiesa prosegua su questa linea, senza passi indietro, con un Papa che marchi l'eredità di Bergoglio sin dal nome, scegliendo di chiamarsi Francesco II.