Nel timore di un conflitto con la Russia, Varsavia investe nell’educazione alla sicurezza. Corsi di tiro, primo soccorso e disciplina militare entrano nei programmi scolastici per formare i cittadini in caso di conflitti
Di fronte alla crescente minaccia russa, i Paesi dell'Europa orientale stanno accelerando i programmi di riarmo e rafforzando le misure di difesa. Tra questi, la Polonia, che confina con l'Ucraina, sta puntando sulla sensibilizzazione della popolazione civile, a partire dai più giovani.
Tutte le scuole polacche sono ora tenute a offrire un corso obbligatorio di "Educazione alla sicurezza" per gli studenti a partire dai 14 anni. Il programma include nozioni di base sulla difesa e l'addestramento al tiro, spesso con armi ad aria compressa o laser, modellate su repliche di armi militari.
"Devi trattenere il respiro e poi tirare. Perché se si rimane in posizione troppo a lungo, il braccio inizia a tremare", spiega un istruttore durante una lezione di tiro.
Poco più di un anno fa, un liceo ha introdotto una vera e propria opzione militare, alternativa a indirizzi più tradizionali come inglese o teatro. Gli studenti che la scelgono seguono un percorso che include esercitazioni di difesa, addestramento al tiro, primo soccorso e disciplina militare.
Come le scuole polacche preparano gli studenti a possibili conflitti
"Le pistole sono molto più difficili da maneggiare rispetto ai fucili come questo. Ma sono soddisfatta, sto migliorando sempre di più", racconta Gabrysia, 16 anni. La sua coetanea Julia aggiunge: "A volte immagino che la Russia o la Bielorussia possano attaccare la nostra Polonia. Ma finché non ci hanno colpito, non sono molto preoccupata".
"A volte penso che un giorno potrebbe accadere, che dobbiamo davvero sacrificarci per il nostro Paese. Ma è la cosa giusta da fare", riflette lo studente Grzegorz.
Bożena Krzyżanowska, direttrice del complesso scolastico di Siemiatycze, spiega così l’iniziativa: "Vogliamo che i nostri giovani siano consapevoli dei pericoli, ma anche di ciò che possiamo fare per proteggerci e prepararci. L’obiettivo è renderli più resilienti in caso di conflitto."