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I diritti dei rifugiati siriani in Europa sono a rischio dopo la caduta di Assad?

I diritti dei rifugiati siriani in Europa sono a rischio dopo la caduta di Assad?
Diritti d'autore  Euronews
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Di Monica Pinna
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Diversi Paesi europei hanno sospeso l'esame delle procedure di asilo di cittadini siriani dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria.

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Sono a rischio, oggi, i loro diritti in un’Europa in cui i partiti di estrema destra continuano a crescere prospettando regole sempre piú stringenti contro l'immigrazione? Ne parliamo su Europeans’ Stories.

Ci sono circa 1,3 milioni di richiedenti asilo e rifugiati siriani oggi nell’Unione europea.   

La maggior parte vive in Germania, Austria e Svezia. In piena crisi politica, l'Austria ha annunciato misure più severe, tra cui un programma di “rimpatri e deportazioni”.

L'Austria annuncia un programma di “deportazioni verso la Siria”

Circa 110.000 siriani vivono attualmente in Austria. Al loro entusiasmo per la caduta di Assad, è subentrato rapidamente un senso di timore. Lo si percepisce a Brunnenmarkt, nel cuore di uno dei quartieri siriani di Vienna. Se si nomina Assad qui, nessuno vuole parlarne.  

Il governo conservatore uscente ha iniziato a inviare lettere che indicano l'avvio della procedura di revoca dello status di rifugiato. Una misura rivolta ai siriani che l’hanno ricevuto da meno di 5 anni.  

Uno dei fondatori dell'associazione Free Syrian Community in Austria, Abdulhkeem Alshater, spiega che la sua organizzazione riceve ogni giorno chiamate e messaggi da siriani preoccupati. 

“Troviamo quello che il governo sta facendo disumano e inaccettabile. La Siria non è ancora un Pese sicuro, non è ancora stabile. Chi ha ricevuto una lettera non può continuare la pratica di ricongiungimento familiare”.

A metà gennaio, il governo aveva già inviato centinaia di lettere. 58.000 siriani arrivati negli ultimi 5 anni sono in allerta. Sono circa 5.000 i siriani in Austria ad aver avviato una procedura di ricongiungimento familiare.

La caduta di Assad ha aperto un nuovo capitolo per la Siria e una nuova battaglia, legale, per i rifugiati siriani in Europa, determinati a lottare per i loro diritti.

I rifugiati siriani sono davvero a rischio di deportazione?

L'avvocato e portavoce dell'ONG austriaca Asylkoordination Lukas Gahleitner-Gertz, spiega che lo Stato austriaco ha il diritto di valutare se le ragioni per cui le persone hanno ricevuto lo status di protezione sono ancora valide. Ma secondo lui, “siamo molto lontani dall'obbligo che lascino il Paese”.

“Gli annunci fatti dal Ministero degli Interni - aggiunge Gahleitner-Gertz - erano rivolti all'elettorato austriaco per mostrare che sono rigidi con i richiedenti asilo, ma non riflettono la realtà”.

Gahleitner-Gertz considera “illegittima” la decisione dell'Austria di avviare la procedura di revoca dello status di rifugiato, essendo la situazione in Siria ancora instabile.

La Siria è un Paese di ritorno sicuro?

Ogni Stato membro dell'UE valuta in modo indipendente la situazione in Siria per determinare se il ritorno dei rifugiati è sicuro. Il Sistema europeo comune di asilo (CEAS) stabilisce le regole che disciplinano la materia dell’asilo, ma non determina direttamente se un Paese sia sicuro per il rimpatrio. Di conseguenza, il futuro di oltre un milione di rifugiati siriani in Europa è in bilico, in balia di politiche nazionali non sempre in linea con principi europei condivisi. 

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