Sono emerse accuse di violenza da parte della polizia mentre i cittadini protestano contro la decisione del partito Sogno georgiano, recentemente rieletto, di sospendere i colloqui di adesione all'Ue
Oltre 300 persone sono state arrestate in Georgia da quando, sei notti fa, sono scoppiate le proteste per la decisione del partito Sogno georgiano al potere di fermare i negoziati per l'adesione del Paese all'Ue.
Le immagini diffuse sui social media mostrano persone ferite e violenti scontri tra manifestanti e agenti di polizia che usano gas lacrimogeni.
Una foto mostra una donna che regge una bandiera georgiana colpita da un getto d'acqua proveniente da un cannone ad acqua. Altre mostrano i manifestanti che sparano fuochi d'artificio verso il Parlamento georgiano a Tbilisi.
Il primo ministro Irakli Kobakhidze, del partito filo-russo Sogno georgiano, ha accusato i politici dell'opposizione di aver orchestrato le violenze e li ha incolpati di aver ferito i manifestanti.
Tuttavia, martedì, il difensore civico della Georgia ha descritto la violenza come tortura e brutalità, accusando la polizia di aver usato una forza eccessiva contro i manifestanti.
Volker Türk, il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha definito "estremamente preoccupante" l'uso della forza contro i manifestanti.
Robin Dunnigan, ambasciatore degli Stati Uniti in Georgia, ha dichiarato che l'ambasciata ha assistito a "violenze da parte della polizia" e ha invitato il sogno georgiano a riconsiderare la decisione di non proseguire i negoziati di adesione all'Ue.
In un discorso pubblico di martedì, Kobakhidze ha riconosciuto che ci sono stati episodi di violenza durante i primi due giorni di proteste, ma ha insistito sul fatto che la situazione era sotto controllo e che "nei giorni successivi sono state prese misure appropriate per prevenire ulteriori escalation".
Ha inoltre elogiato la reazione degli agenti di polizia, affermando che la risposta ha soddisfatto "standard più elevati di quelli visti in Europa e negli Stati Uniti".
Bloccata la candidatura della Georgia all'Ue
L'annuncio di Sogno georgiano di voler interrompere i colloqui di adesione all'Ue il 28 novembre è arrivato poche ore dopo che il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che critica il risultato delle elezioni di ottobre, in cui il partito ha ottenuto la maggioranza parlamentare. Una dichiarazione di disimpegno poi ridimensionata dallo stesso primo ministro Irakli Kobakhidze.
Il risultato delle elezioni è stato fortemente contestato dai gruppi di opposizione del Paese e da molti osservatori internazionali, che sostengono che il processo elettorale sia stato iniquo e truccato con vari metodi.
L'Ue ha concesso alla Georgia lo status di candidato nel dicembre 2023, ma ha sospeso la sua adesione e tagliato il sostegno finanziario all'inizio di quest'anno dopo che Sogno georgiano ha approvato la cosiddetta legge sugli "agenti stranieri", che secondo i critici imita la legislazione approvata in Russia.
I sondaggi hanno dimostrato che la maggioranza dei georgiani è favorevole all'ingresso del Paese nell'Ue.
Durante la campagna elettorale, Sogno georgiano ha insistito sul fatto che il partito è favorevole all'adesione al blocco, ma ha affermato di voler aderire alle proprie condizioni.
"Nessuna interruzione al processo di adesione all'Ue"
Dopo l'annuncio della sospensione del processo di adesione da parte del suo governo, Kobakhidze ha dichiarato che non è vero che l'integrazione europea della Georgia è stata interrotta, e che il partito ha solo respinto "il ricatto vergognoso e offensivo, che è stato, di fatto, un ostacolo significativo all'integrazione europea del nostro Paese".
Tuttavia, la dichiarazione del partito è stata accolta con grande preoccupazione in Occidente. Il capo della politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, e il commissario per l'allargamento, Marta Kos, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta domenica, osservando che la decisione rappresenta un "cambiamento" rispetto alle politiche di "tutti i precedenti governi georgiani".
Hanno ribadito che l'Ue è preoccupata per il "continuo regresso democratico del Paese" e hanno esortato le autorità georgiane a "rispettare il diritto alla libertà di riunione e alla libertà di espressione".
Il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato sabato una dichiarazione in cui condanna la decisione di Sogno georgiano e annuncia la sospensione del partenariato strategico con la Georgia.
Da parte sua, Kobakhidze ha affermato che il partito sta aspettando l'insediamento del presidente eletto Donald Trump nel gennaio del prossimo anno per iniziare un "reset completo" delle relazioni tra Stati Uniti e Georgia.