Grazie a sofisticati sistemi elettronici, l'Ucraina è in grado di dirottare un numero sempre più elevato di droni russi
Mosca ha trovato il modo di produrre più droni per attaccare l'Ucraina, ma Kiev è sempre più in grado di abbatterli o addirittura di rispedirli in Russia o Bielorussia. Nel corso di un recente attacco, infatti, quasi la metà dei 110 droni Shahed lanciato sul territorio della nazione europea è andato "perso".
Falsi obiettivi Gps, e alcuni droni vengono addirittura rispediti al mittente
Secondo John Hardie, vicedirettore del programma Russia presso la Fondazione per la difesa delle democrazie, "l'Ucraina sta facendo quello che viene definito spoofing. Sta cioè fornendo falsi obiettivi Gps ai droni Shahed, che i russi chiamano Geran 2, al fine di far deviare loro la rotta. I droni sono equipaggiati con sistemi che dovrebbero impedire le interferenze, ma la strategia adottata da Kiev permette di non far capire che gli obiettivi sono stati cambiati. I velivoli vengono così ingannati e portati in direzione sbagliata".
Si tratta di un risultato possibile grazie agli avanzamenti nella cosiddetta "guerra elettronica". Lo stesso Hardie ricorda che "l'ex generale ucraino Valery Zaluzhny ha parlato per la prima volta pubblicamente del sistema battezzato 'Pokrova' a febbraio. Probabilmente da allora è stato migliorato, dato che la percentuale di droni russi che l'Ucraina sostiene di aver dirottato è aumentata nel tempo”.
Probabilmente né Russia né Bielorussia si aspettavano la deviazione delle rotte dei droni
Il gruppo di monitoraggio indipendente bielorusso Progetto Hajun ha dichiarato a Euronews che è in effetti cresciuto di mese in mese il numero di droni russi dirottati verso lo spazio aereo della Bielorussia: "Abbiamo osservato un aumento ogni mese. Ad esempio, ad ottobre sono stati registrati 49 casi di droni Shahed che hanno volato verso la Bielorussia: all'epoca era un record, ma poi è stato battuto tre volte a novembre. Mese nel corso del quale si è arrivati a 151 droni (148 dei quali Shahed)”.
Il Progetto Hajun ha riferito in particolare che 38 droni russi Shahed sono entrati nello spazio aereo bielorusso il 24 e 25 novembre. Minsk ha ordinato il decollo di caccia: una decisione che fa supporre come, probabilmente, non si fosse preparati a tale evenienza, né da parte bielorussa né da parte russa.