La protesta di tre eurodeputati contro lo scarico selvaggio nelle acque della Manica

Protesta del nuotatore Peter Green contro lo scarico di acque reflue grezze in mare.  Glasgow 12 novembre 2021
Protesta del nuotatore Peter Green contro lo scarico di acque reflue grezze in mare. Glasgow 12 novembre 2021 Diritti d'autore AFP/Ben Stansall
Di Debora Gandini
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Tre eurodeputati francesi hanno chiesto a Bruxelles di agire contro il Regno Unito. I mari e i fiumi sono troppo inquinati anche per colpa delle acque reflue grezze

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Attenzione alle acque di scarico. Tre eurodeputati francesi hanno chiesto a Bruxelles di agire contro il Regno Unito dopo aver consentito lo scarico di una quantità significativa di acque reflue grezze nel Canale della Manica e nel Mare del Nord.

Un problema questo che sta a cuore a molte organizzazioni ambientaliste e a politici verdi. In una lettera inviata dai tre membri al Commissario all'Ambiente Virginijus Sinkevičius si legge chiaramente che si temono conseguenze negative sulla qualità delle acque marine, sulla biodiversità e sulle attività dei pescatori e degli allevatori di molluschi.

Pierre Karleskind, Nathalie Loiseau e Stéphanie Yon-Courtin, tutti e tre del gruppo centrista “Renew” presso il Parlamento europeo, hanno accusato Londra di "non rispettare totalmente i requisiti ambientali" previsti dalla legislazione dell'Unione europea, sottolineando che il Regno Unito ha obblighi precisi in base all'accordo commerciale e di cooperazione Ue-Regno Unito stabilito dalla Brexit. Oltre ad essere un paese firmatario della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare

"Nonostante questo, il Regno Unito ha scelto di abbassare i propri standard di qualità dell'acqua. Ciò è inaccettabile e mette in discussione gli sforzi compiuti dagli Stati membri dell'Ue negli ultimi vent'anni. Il Regno Unito si deve impegnare a preservare i mari che lo circondano e che condividiamo, hanno proseguito i tre europarlamentari che hanno chiesto alla Commissione di utilizzare tutti i mezzi politici e legali a sua disposizione per fermare questa situazione".

Più investimenti contro l'inquinamento delle acque

La scorsa settimana, l'Agenzia per l'Ambiente britannica ha emesso delle ordinanze di divieto di balneazione in oltre 20 spiagge in tutto il Regno Unito a causa dello scarico delle acque reflue. La colpa sarebbe delle abbondanti precipitazioni arrivate dopo un prolungato periodo di siccità che ha reso il terreno non in grado di assorbire la pioggia e l'acqua destinata alla rete fognaria.

Le società di depurazione, in questo caso, possono scaricare l’acqua piovana in eccesso nei fiumi e nel mare per prevenire inondazioni improvvise in alcune aree. Ma alcune ONG hanno accusato le aziende di scaricare anche acque reflue grezze.

In un rapporto congiunto pubblicato a fine giugno, il professor Chris Whitty, Direttore del Medical Officer per l'Inghilterra, Jonson Cox, Presidente della Water Services Regulation Authority Ofwat, ed Emma Howard Boyd, Oresidente dell'Agenzia per l'Ambiente, hanno segnalato che bisogna ridurre la frequenza degli scarichi nei mari anche per questioni di salute pubblica.

Un messaggio rivolto alle compagnie idriche affinché si investa per aumentare la resilienza e la capacità del sistema fognario. Un modo per migliorare la salute dei fiumi e dei mari. 

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