La svolta green di Biden mette (quasi) tutti d'accordo

La svolta green di Biden mette (quasi) tutti d'accordo
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Di Isabel Marques da Silva
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Gli Stati Uniti a partire da venerdì torneranno a far parte degli accordi di Parigi con un piano di investimenti da 2 trilioni di dollari. Gli attivisi chiedono però maggiore impegno per sostenere la transizione ecologica dei paesi più poveri

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Gli Stati Uniti faranno marcia indietro e questo venerdì torneranno a far parte dell'accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico, firmato nel 2015 sotto la presidenza di Obama.

Uno dei primi ordini esecutivi di Joe Biden è stato quello di revocare la decisione di Donald Trump di abbandonare il trattato nel 2017.

Il nuovo presidente democratico si impegna a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, tramite l’uso di ecosistemi naturali o soluzioni tecnologiche.

Sebbene la Cina sia il più grande inquinatore al mondo con quasi un terzo delle emissioni, gli Stati Uniti sono al secondo posto a causa dell’estrazione di combustibili fossili e del settore agricolo e industriale.

Gli ambientalisti sostengono che sia nbecessario un impegno maggiore e più solidarietà dalle economie più ricche verso i paesi che hanno meno risorse.

"Vogliamo sicuramente vedere l'annullamento degli investimenti nei combustibili fossili, compresi anche quelli nel gas naturale liquido, ce ne sono ancora troppi.- spiega Jagoda Munić, direttrice di Friends of the Earth-Europe. - Inoltre vogliamo vedere un po' più di leadership su scala globale condivisa tra gli Stati Uniti e l’UE e mostrare solidarietà verso il Sud del mondo, affinchè ci sia un trasferimento di conoscenza e tecnologia per sostenere la transizione in paesi meno sviluppati".

Il presidente Biden vuole implementare un piano climatico da 2 trilioni di dollari di investimenti per creare 10 milioni di posti di lavoro nei settori dell'energia pulita. Ha anche promesso di limitare le emissioni di metano dalle trivellazioni di petrolio e gas.

Il mondo delle imprese è soddisfatto perché ciò renderà anche più facile innovare e commerciare con l'UE, spiega Susan Danger, CEO della Camera di commercio americana presso l'UE.

"Affinché le imprese possano investire a lungo termine, devono sapere che l'ambiente economico è stabile, prevedibile e che c'è certezza. Possono investire i loro soldi nelle nuove tecnologie che sono necessarie non solo alle aziende per ridurre le proprie emissioni di carbonio, ma anche fornire soluzioni a tutte le parti della società e anche ad altre aziende per ridurre le loro emissioni inquinanti".

Una più stretta cooperazione U E-USA potrebbe tradursi in rinnovati impegni da parte di altri paesi, durante la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima a novembre a Glasgow.

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