Francia: le vignette satiriche sono un atto di libertà o una provocazione?

Attacco alla satira
Attacco alla satira Diritti d'autore ALAIN JOCARD/AFP or licensors
Diritti d'autore ALAIN JOCARD/AFP or licensors
Di Euronews
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La satira sotto attacco. L'intervista al fumettista francese Plantu sull'opportunità di rendere meno taglienti le vignette satiriche

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Mentre il presidente francese Emmanuel Macron giura che la Francia non rinuncerà alla satira, una delle declinazioni della libertà conquistata, fuori dai confini francesi in molti si chiedono quale valore possano avere le caricature prese di mira: atto di consapevole e legittima satira o provocazione?

A volte crude e persino sgradevoli, le vignette sono difese a spada tratta daii sostenitori della libertà di parola: hanno il diritto di essere o di rappresentare ciò che vogliono, dicono.

In Francia le vignette satiriche hanno una lunga e caratteristica tradizione che risale al Medioevo. Negli ultimi anni hanno però fatto divampare le polemiche e sono state prese a pretesto per orribili atti di violenza, come gli attacchi contro Charlie Hebdo nel 2015.

Gli attacchi terroristici di cinque anni fa

"Mai i fumettisti danesi o i fumettisti di Charlie Hebdo hanno avuto l'intenzione di umiliare un miliardo di musulmani, ma è così che il loro lavoro viene interpretato. Perché la manipolazione ha funzionato davvero bene", dice Jean Plantu, una leggenda nel mondo delle caricature francesi.

Nato nel 1951, Plantu è stato pubblicato per la prima volta sul quotidiano francese Le Monde nell'ottobre del 1972 con una vignetta sulla guerra in Vietnam e da allora è stato un autore prolifico.

Da quasi 50 anni documenta gli alti e bassi della Francia (e del mondo) con il suo stile inimitabile. Plantu è un convinto difensore delle vignette satiriche: sono - dice - strumenti di narrazione che dovrebbero continuare ad alimentare il dibattito politico.

Secondo Plantu, "i cartoons sono strumento di comunicazione e un modo e per liberare la parola. Ci sono strisce che diventano spunti di riflessione o uno stimolo per avviare la discussione. Ma non chiedo a nessuno di essere d'accordo con me o di apprezzare il mio lavoro".

La scorta per il fumettista

Da quando alcuni dei suoi colleghi e amici sono morti negli attacchi contro la redazione di Charlie Hebdo, Plantu è stato messo sotto scorta.

"Abbiamo toccato il fondo", commenta. "È strano uscire con la scorta degli agenti di Polizia. Sempre così. A Molenbeek (un quartiere della capitale belga, Bruxelles, dove Plantu ha tenuto una mostra dopo gli attentati del 2015), ce n'erano sedici. E una volta, a Ginevra, c'era la polizia anche sul tetto. Quindi sì, c'è qualcosa che non va. Quando vi dico che abbiamo toccato il fondo, lo abbiamo fatto davvero. E sono umiliato perché una manciata di idioti, che crede di rappresentare una religione ma che non rappresenta nulla, può fare questo".

Plantu sostiene che l'attuale dibattito sull'opportunità di ridurre l'impatto delle vignette francesi, in nome della tolleranza e della sicurezza, lo rattrista: "Credo sia giunto il momento di difendere i valori del Paese: non voglio scusarmi, voglio combattere", aggiunge il fumettista. "Non possiamo proibire nulla: dobbiamo parlare di tutti gli argomenti, con calma, spiegando che non abbiamo nessuna intenzione di umiliare nessuno".

"Sono convinto che alla fine vincerà la cultura, vincerà la democrazia, vincerà il dibattito".

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