Brexit, lo scontro da 60 miliardi di euro

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Di Euronews
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Theresa May a Juncker avrebbe detto di non dovere nulla all'Ue

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Brexit, tocca alla Commissione. Mercoledì il capo negoziatore Michel Barnier presenterà le raccomandazioni dell’esecutivo europeo per i negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione. Raccomandazioni che si basano sulle linee guida approvate sabato scorso dal Consiglio all’unanimità .

“Quest’unità non è diretta contro il Regno Unito, penso anzi che sia nel suo interesse, è anche un’unità che dimostra che siamo insieme perché abbiamo delle ragioni di restare insieme in modo permanente”, aveva detto in quell’occasione lo stesso Barnier. L’approvazione delle raccomandazioni da parte dei 27 è prevista per il 22 maggio. Ma, precisa il portavoce della Commissione Margaritis Schinas, “I veri negoziati cominceranno dopo l’8 giugno, cioè dopo le elezioni britanniche. Sarebbe del resto auspicabile che il Regno Unito desse rapidamente il suo accordo sulle prospettive finanziarie”.

Un gigantesco pomo della discordia è infatti stato lanciato sul tavolo dei negoziati da Bruxelles, che chiederebbe a Londra una fattura di 60 miliardi di euro. Un pomo avvelenato per Theresa May. La premier britannica ha indetto le elezioni nella speranza di ottenere una maggioranza che le permetta di avere le mani libere sui negoziati.

“Ci saranno momenti in cui questi negoziati saranno difficili – ha detto May in campagna – . E per poter ottenere il migliore accordo per la Gran Bretagna dobbiamo assicurarci di avere una leadership forte e stabile nei negoziati. Come ho detto, ogni voto per me e la mia squadra rafforzerà la mia mano nei negoziati”.

Secondo indiscrezioni della stampa tedesca, mercoledì May avrebbe detto a Jean-Claude Juncker che il suo paese non ha debiti con l’Unione.

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