La chimica nei cosmetici - gli interferenti endocrini

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Auguste, quattro mesi d’età, ha occhioni curiosi e una mamma che ha fatto la scelta di usare prodotti che non contengono sostanze chimiche di origine…

Auguste, quattro mesi d’età, ha occhioni curiosi e una mamma che ha fatto la scelta di usare prodotti che non contengono sostanze chimiche di origine industriale.

Questo latte per il corpo, ad esempio, è un linimento oleocalcareo, cioè un prodotto naturale a base d’olio d’oliva e acqua.

La madre trova che il prodotto naturale sia più prudente:
“C‘è la tendenza ad aggiungere un sacco di prodotti inutili, come i conservanti, e molti sono perturbatori endocrini. E oltre a non essere necessario, soprattutto non fa bene alla salute, nemmeno quella degli adulti, figuriamoci per i bambini!”

Bożena fa parte di quella ristretta minoranza di mamme che leggono le etichette dei cosmetici.
Ed è studiando queste etichette che l’associazione dei consumatori francese Ufc-Que Choisir ha stilato un elenco di duecentocinquanta prodotti che contengono ingredienti quantomeno preoccupanti.

Tra di essi, il metilisotiazolinone – o Mit -, che nel 2013 ha ricevuto la poco invidiabile menzione di allergene dell’anno.

Troviamo anche i parabeni o il fenossietanolo, un altro conservante considerato pericoloso per il fegato e il sangue.

Ancora più inquietanti le sostanze che modificano l’azione ormonale, i cosiddetti perturbatori endocrini.

Gaelle Landry è una chimica della principale associazione francese di consumatori, “UFC Que Choisir”:https://www.quechoisir.org/actualite-perturbateurs-endocriniens-une-definition-tres-insatisfaisante-n21659/:
“Con un allergene vi vengono delle bolle, e il giorno dopo smettete di usare il prodotto. Invece con un prodotto contenente perturbatori endocrini l’effetto non si vede, lo si vedrà fra trent’anni”.

Per alcuni medici i perturbatori endocrini vanno assolutamente evitati, soprattutto da parte dei bambini e delle donne incinte. Alcuni esperti lanciano l’allerta anche sull’effetto cocktail: i perturbatori endocrini sono infatti presenti anche nell’alimentazione, nell’aria e talvolta anche nell’acqua.

*Pierre Souvet, presidente Association Santé Environnement France*:
“La gravidanza è un momento cruciale perché la madre trasmette le sostanze tossiche al feto, con il rischio di modificare la programmazione delle cellule provocando in seguito diverse malattie, tra cui alcuni tipi di cancro, poiché i tumori più comuni, alla prostata e al seno, hanno un’origine ormonale”.

Cancro: basterebbe la parola. Ma altri specialisti parlano anche di diabete, infertilità, fino a suggerire una relazione con patologie come l’autismo.

Ma l’inchiesta di Que Choisir? Non preoccupa la dottoressa Anne Dux, rappresentante di un settore industriale a suo dire rispettoso della regolamentazione che impone una “valutazione di sicurezza”.

Anne Dux,“FEBEA”:http://www.febea.fr/, associazione francese dei produttori di cosmetici:
“La procedura implica una valutazione di tutti gli ingredienti presenti nel prodotto, e questi ingredienti devono essere sicuri. Non esistono quindi prodotti cosmetici commercializzati legalmente in Europa che siano pericolosi, e le conclusioni dello studio che citate sono quantomeno esagerate”.

Ci sono comunque dei perturbatori endocrini nella gran parte dei cosmetici. Su questo sono d’accordo tutti. Il dibattito è sul dosaggio. Quantità infime secondo i produttori. Ma questo non basta a dire che non sono pericolosi, secondo chi accusa l’industria.

Pierre Souvet, Association Santé Environnement France:
“Si dice che è il dosaggio a fare il veleno, ma non è vero per questi perturbatori. È stato dimostrato che a volte con una dose minima l’effetto è stato ancora più negativo che con una dose forte”.

Anne Dux, FEBEA (Fédération des Entreprises de la BEAuté):
“L’Agenzia tedesca per la sicurezza sanitaria ha riunito degli esperti scientifici di vari campi e provenienze, molto di recente, e questi esperti sono arrivati alla conclusione che non c‘è attualmente alcuna prova scientifica di questo fenomeno. Cioè, stanno sottolineando un fatto del quale nessuno è sicuro che esista davvero”.

Per quanto possa apparire strano, non esiste una regolamentazione specifica sugli ingredienti chimici dei cosmetici per bambini. i produttori assicurano che vi prestano un’attenzione tutta particolare, limitando per esempio il numero delle sostanze. Ma spiegano che si tratta di una semplice precauzione.

Anne Dux, FEBEA (Fédération des Entreprises de la BEAuté):
“La pelle di un bambino, in quanto alla permeabilità, cioè al modo in cui le molecole attraversano la pelle, si comporta esattamente come la pelle di un adulto. Dopo qualche settimana di vita, molto rapidamente, non c‘è già alcuna differenza tra la pelle di un bambino e quella di un adulto”.

Gaelle Landry, UFC Que Choisir:
“Scientificamente, è falso. I bambini hanno una pelle più fragile, è più sottile. E se è più sottile lascerà passare le molecole più facilmente. E poi, è più fragile perché non è protetta come quella degli adulti. Gli adulti secernono sebo, sudore, i piccoli invece traspirano molto poco… Non hanno nè sebo nè sudore, ma solo una pellicola idrolipidica che non protegge perfettamente”.

E allora, perché gli industriali non sostituiscono i prodotti chimici con ingredienti naturali? Secondo alcuni, perché non vogliono modificare i loro processi produttivi; secondo altri, perché i prodotti chimici sono più efficaci.

In ogni caso, sembra che le alternative esistano. Dopo una carriera nell’industria chimica, Céline Couteau ha avuto un figlio e ha lanciato una gamma di cosmetici naturali per i neonati. I pannolini ordinari, per esempio, contengono plastica all’80%. I suoi invece sono quasi completamente d’origine naturale.

Celine Couteau, co-fondatrice Love and Green:
“Noi partiamo dal presupposto che oggi un materiale naturale ha le stesse prestazioni di una materia d’origine petrolchimica, che ha potenzialmente la stessa efficacia, la stessa capacità di cura, la stessa capacità di pulizia rispetto alla molecola derivata dal petrolio, e che si può perfettamente riuscire a ottenere con un prodotto naturale lo stesso risultato di un prodotto derivato dal petrolio, in termini di efficacia e di prestazioni”.

La Commissione europea ha appena pubblicato la sua definizione dei perturbatori, o interferenti, endocrini: “Sostanze chimiche che influiscono sul sistema ormonale degli animali e dell’uomo. Presentano contemporaneamente tre caratteristiche cumulative: un meccanismo d’azione ormonale, un effetto avverso e un nesso causale tra i due”.

Un approccio che non soddisfa le associazioni, che denunciano le lobby dell’industria chimica e chiedono una strutturazione per categorie di rischio, come per i prodotti cancerogeni.

Gli interferenti endocrini in sintesi – EFSA -Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare

Unifarco – i parabeni, più sicuri senza?

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