Rifugiati, l'Ambasciatore turco presso l'Ue "L'accordo ha un costo"

Rifugiati, l'Ambasciatore turco presso l'Ue "L'accordo ha un costo"
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Le nuove proposte presentate dalla Turchia al vertice con l’Unione europea hanno creato alcuni malumori tra le capitali europee. Per conoscere in

PUBBLICITÀ

Le nuove proposte presentate dalla Turchia al vertice con l’Unione europea hanno creato alcuni malumori tra le capitali europee. Per conoscere in dettaglio il punto di vista di Ankara Euronews ha intervista Selim Yenel, Ambasciatore turco presso l’Unione europea.

Euronews
Quello di lunedì è stato il secondo vertice tra Unione europea e Turchia in 3 mesi. Si parla di una bozza accordo. La Turchia sta per salvare l’Unione europea

Selim Yenel
I visti per i cittadini siriani sono stati ristabiliti, e il governo turco ha rilasciato anche dei permessi di lavoro ai rifugiati siriani, così come sono state prese misure contro i trafficanti, mentre la Nato è già sul posto. Tutte queste misure, però, fino a ora non hanno contribuito alla riduzione sensibile dei flussi.

Euronews
Ankara si è detta pronta ad accettare il rimpatrio dei rifugiati entro i propri confini, il Paese però ne ospita già quasi tre milioni. Come riuscirà il Paese a gestire l’arrivo di altri rifugiati?

Selim Yenel
Non funziona esattamente cosi. Abbiamo chiesto all’Unione europea di fissare una data precisa entro la quale i rifugiati presenti sulle isole greche saranno rinviati in Turchia. Ankara si impegna ad accogliere tutte le persone nei suoi confini. Le autorità turche vogliono anche inviare dei propri rapppresentanti sul campo. L’idea è di ricollocare un rifugiato siriano oggi in Turchia in un Paese europeo per ogni rifugiati rimandato indietro dalla Grecia. In questo modo riusciremo a lottare contro i trafficanti, smantellando il senso stesso del loro business. Mentre i migranti economici saranno rinviati nei loro Paesi di origine. Non saranno a carico della Turchia. Tutto questo, però, ha sicuramente un prezzo. Se la Turchia deve pagarlo è giusto che abbia anche un ritorno. Stiamo anche lavorando a un piano per la redistribuzione dei rifugiati.

Euronews
Ma secondo lei, questo scambio di rifugiati tra Unione europea e Turchia, può davvero funzionare?

Selim Yenel
Si, può funzionare. Ne abbiamo già parlato con i responsabili europei. Si tratta di un meccanismo possibile a livello politico. Non pone grandi problemi. Si tratta più che altro di inviare un messaggio alle persone che vogliono intraprendere il viaggio verso l’Europa lungo la rotta balcanica. Sarà, infatti, possibile arrivare in Europa in modo legale. E’ questo il senso della proposta: riportare l’immigrazione alla normalità.

Euronews
La Turchia sta attuando tutte le misure necessarie per lottare contro i trafficanti?

Selim Yenel
Certo, non è accettabile per noi. La Turchia sta facendo del suo meglio nella lotta contro i trafficanti.

Euronews
In che modo?

Selim Yenel
Stiamo rafforzando le leggi. Vogliamo aumentare le pene contro i trafficanti di migranti e gli scafisti. Intendiamo ricorrere all’utilizzo di metodi dissuasivi. Non dimentichiamoci che le nostre acque territoriali si estendono per diverse migliaia di chilometri. Cosa che rende molto difficile le operazioni di controllo. La Turchia sta facendo tutto il possibile. Il numero di trafficanti e scafisti fermati è in aumento.

Euronews
La Turchia ha chiesto 3 miliardi di euro aggiuntivi, la liberalizzazione dei visti entro giugno e l’apertura di nuovi capitoli del negoziato di adesione all’Unione europea. Non sono troppe richieste? Ankara sta cercando di approfittare della vulnerabilità europea?

Selim Yenel
Assolutamente no. La Turchia sostiene l’Unione europea, le relazioni non avanzano da sole. Ci troviamo davanti a una crisi migratoria, la Turchia sta cercando di fare del suo meglio. Ci è stato detto che gli sforzi messi in atto non erano sufficienti. Per questo abbiamo fatto sforzi supplementari. Ma c‘è bisogno di avere delle cose in cambio. I tre miliardi supplementari non sono per la Turchia, ma per i rifugiati siriani. E li chiediamo entro il 2018.

Euronews
La messa sotto tutela del quotidiano Zamana ha sollevato preoccupazioni da parte delle capitali europee. Come pensate di rispondere?

Selim Yenel
Si tratta di un atto giuridico. In questo momento non ho nulla d’aggiungere su questo tema.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Parlamento Ue: gli alti e bassi del mandato, secondo i leader politici

Slovenia convoca l'ambasciatore serbo a Lubiana per le dichiarazioni di Vucic, che si scusa

Macron alla Sorbona: "L'Europa può morire, dipende dalle scelte che faremo"