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Chi celebra questa nuova Europa?

Chi celebra questa nuova Europa?
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Di Euronews
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Seamus Kearney, euronews: “Per alcuni è un traguardo, ma per altri l’edificazione di una nuova Europa non è un successo da celebrare. Lo scollamento tra istituzioni e cittadini europei rappresenta una sfida per la politica. Ma ci sono alcuni paesi in cui l’interesse per l’Unione tocca livelli record”.

E’ il caso di Malta. Abitante di Valletta: “Non mancano gli aspetti negativi, ma sono maggiori i vantaggi. Ora va molto meglio. Credo che la maggior parte dei maltesi preferisca stare nell’Unione europea”.

Non sorprende che Malta attiri l’invidia degli stati più grandi che faticano a suscitare l’interesse dei loro cittadini nell’Europa.

Nel referendum di dieci anni fa, solo il 53% degli elettori maltesi si pronunciò a favore dell’adesione all’Unione. Oggi il paese è tra quelli i cui cittadini si sentono più rappresentati in Europa e dove spira maggiore ottimismo riguardo il futuro del progetto comunitario. Alle ultime elezioni europee del 2009, l’isola ha registrato la partecipazione più alta tra i paesi dove il voto non è obbligatorio.

Vivienne Bajada si occupa di pubbliche relazioni, ha studiato affari europei e con gli anni non ha perso il proprio entusiasmo: “Mi piace interagire con studenti e persone all’estero che hanno interessi simili ai miei, che vogliono che l’Europa abbia successo, che l’idea di Europa possa affermarsi, così come i paesi che ne fanno parte. Quando discuto di questi argomenti, sono questi i temi che emergono. La gente di Malta ha gli stessi gusti, gli stessi problemi e le stesse idee di chi vive in altre parti d’Europa”.

Vivienne è tra coloro che hanno partecipato all’ultimo appuntamento della serie “dialoghi con i cittadini europei”. Si tratta di incontri con esponenti delle istituzioni comunitarie che si sono svolti in diverse città dell’Unione, con l’obiettivo di incoraggiare il dibattito sul futuro dei Ventotto.

I maltesi non esitano a dire la loro.

“Ci sono alcuni punti da migliorare, ma il fatto di essere ufficialmente europei, di far parte di una famiglia più grande, è molto positivo. Ci sono i vantaggi delle economie di larga scala”.

“Alcune imposte sono aumentate. Ma è meglio così perché ci hanno aiutato sul fronte del lavoro, delle strade, hanno fatto molto per Malta”.

“Abbiamo fatto molti progressi, da quando dobbiamo conformarci a norme e regole che hanno aiutato il paese”.

“Non ho niente contro la gente perché siamo tutti europei. Ma credo che l’Europa sia un club per ricchi e Malta sta molto peggio da quando siamo entrati in Europa: stiamo peggio e il costo della vita è aumentato”.

Il premier maltese Joseph Muscat difende la posizione di Malta in Eruopa, anche se il suo partito, dieci anni fa, fece campagna contro l’adesione. Secondo alcuni esperti, sono i benefici economici che Malta ha ottenuto dopo l’integrazione ad aver consolidato il consenso nel progetto europeo.

Roderick Pacel, docente presso l’Istituto di studi europei dell’Università di Malta: “Penso che ci sia una correlazione tra la salute economica di un paese e il sostegno dei suoi cittadini per l’Europa. E l’economia maltese non va affatto male. Credo che sia questo fattore a spiegare, almeno in parte, perché il sostegno per l’Europa sia così forte”.

Un sostegno che non è scosso nemmeno dagli effetti dell’ondata migratoria, a cui l’isola è particolarmente esposta per la sua posizione nel Mediterraneo.

Altri analisti legano l’interesse di Malta per l’Europa a quello per la politica in generale, che pervade quasi tutti i livelli della società maltese.

Seamus Kearney, euronews: “Alcuni sostengono che, oltre a incoraggiare il dibattito sui temi europei, i cittadini dovrebbero essere più informati sui benefici che derivano dal progetto comunitario”.

Anche a Malta, infatti, i sondaggi indicano che molti non hanno piena conoscenza dei loro diritti in quanto cittadini europei. Nella capitale, Valletta, alcuni imprenditori hanno partecipato a un incontro organizzato dalla Commissione europea.

Il rappresentante di Bruxelles sull’isola, Martin Bugelli, sostiene che l’informazione mirata svolga un ruolo essenziale: “E’ inutile cercare di parlare a tutti di tutto. Si finisce per parlare di niente. Noi cerchiamo piuttosto di parlare a ristretti gruppi di persone interessate a temi specifici. Se sono imprenditori, parliamo di accesso ai finanziamenti; se lavorano nel turismo, parliamo dei benefici delle assicurazioni sanitarie; ai giovani parliamo delle tariffe per il roaming. Cerchiamo di individuare gruppi di interesse e di rispondere alle loro necessità specifiche”.

Secondo un recente sondaggio Eurobarometro, l’81% dei maltesi si sente cittadino europeo. Un dato più alto si trova soltanto in Lussemburgo. In fondo alla lista sono invece Bulgaria, Regno Unito, Cipro e Grecia, dove meno della metà della popolazione si riconosce nell’Unione.

Se l’Europa vuole migliorare il proprio gradimento, dovrà darsi da fare: solo il 28% dei cittadini europei ritiene infatti che la propria voce sia ascoltata a Bruxelles.

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