I resti ossei di un uomo morto a York nel III secolo d.C. rivelano segni dei morsi di un grosso felino. Secondo gli studiosi, si tratta di una traccia dei combattimenti contro le bestie diffusi nell’Impero Romano
Dimenticate il Colosseo e ciò che avete visto nel film di Ridley Scott Il Gladiatore. L'ultima prova dell'antica brutalità romana non proviene dal cuore dell'Italia, ma da un tranquillo campo nella contea inglese dello Yorkshire.
Uno scheletro di epoca romana riportato alla luce nella città di York, in Inghilterra, ha fornito agli archeologi la prima prova fisica del fatto che in Gran Bretagna i gladiatori non si scontravano solo tra loro, ma anche con bestie feroci.
Il bacino dell'uomo, hanno affermato gli esperti, reca i segni dei morsi di un grosso felino, probabilmente un leone, rivelando come gli spettacoli che vedevano fronteggiarsi uomini e bestie, le cosiddette venationes,* non erano limitati agli anfiteatri della capitale, ma raggiungevano gli angoli più remoti dell'Impero Romano, compresa l'antica Eboracum (oggi York).
Le prime testimonianze fisiche delle lotte tra Gladiatori e leoni
Finora, le testimonianze di questi scontri cruenti provenivano soprattutto dai mosaici e dalle ceramiche, dove si osservano leoni nell'atto di avventarsi sulla preda e l'agonia stilizzata di gladiatori sanguinanti. È la prima volta che i resti ossei offrono prove concrete.
"Questa scoperta fornisce la prima prova diretta che tali eventi si sono svolti in questo periodo, ridisegnando la nostra percezione della cultura romana dell'intrattenimento in questa regione", ha dichiarato alla Bbc il professore Tim Thompson, l'esperto forense che ha guidato lo studio.
Sotto la dinastia dei Severi inaugurata nel 193 d.C. da Lucio Settimio Severo Augusto, imperatore di origine africana che probabilmente portò con sé animali dalla sua terra d'origine, York sarebbe stata il palcoscenico perfetto per la macabra rappresentazione della damnatio ad bestias (condanna alle bestie).
L'uomo di cui sono stati ritrovati i resti, di età compresa tra i 26 e i 36 anni quando morì nel III secolo d.C., fu sepolto in quello che si ritiene essere un cimitero di gladiatori, situato nel sito di Driffield Terrace, nella città di York.
Le analisi precedenti delle ossa, portate alla luce in uno scavo del 2004, hanno suggerito che probabilmente si trattava di un bestiarius, un tipo di gladiatore che poteva essere specificamente addestrato a combattere contro animali selvatici. Le sue ferite, secondo i ricercatori, corrispondono alla forza del morso di un grande felino, come confermato dal confronto con i grandi felini dello zoo di Londra.
Thompson ha inoltre sottolineato che la posizione dei segni relativi ai morsi offre un indizio inaspettato su come il gladiatore abbia incontrato la sua fine. "Il bacino", ha spiegato, "non è il punto in cui i leoni di norma attaccano, quindi pensiamo che questo gladiatore stesse combattendo in una sorta di spettacolo, che fosse incapace e che il leone lo abbia morso e trascinato via per l'anca".
Ora i ricercatori intendono scoprire come i leoni siano stati portati in Gran Bretagna, ed esplorare ulteriormente la vita dei gladiatori ai margini dell'Impero Romano.