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Carabinieri smantellano rete di falsari di opere d'arte in Italia e in altri Paesi europei

I carabinieri con le opere di Banksy false sequestrate durante l'indagine, 11 novembre 2024
I carabinieri con le opere di Banksy false sequestrate durante l'indagine, 11 novembre 2024 Diritti d'autore  Italian Culture Ministry/Italian Culture Ministry
Diritti d'autore Italian Culture Ministry/Italian Culture Ministry
Di Jeremiah Fisayo-Bambi
Pubblicato il
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Secondo il Ministero della Cultura, i sequestri effettuati in Italia, Francia, Spagna e Belgio hanno portato alla scoperta di 2100 opere false attribuite a più di 30 artisti famosi, tra cui Andy Warhol, Amedeo Modigliani, Banksy e Pablo Picasso

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Le autorità italiane affermano di aver smantellato una rete di falsari d'arte europei che dipingevano falsi Warhol, Banksy e Picasso e poi cercavano di venderli a ignari acquirenti con l'aiuto di case d'asta complici.

I funzionari hanno dichiarato che l'indagine, iniziata lo scorso anno, ha smantellato una rete che avrebbe potuto causare danni economici per 200 milioni di euro inondando il mercato dell'arte con opere false.

Trentotto persone sono state messe sotto inchiesta, tra cui sei in Spagna, Francia e Belgio, hanno dichiarato i Carabinieri.

Secondo il Ministero della Cultura, i sequestri effettuati in Italia, Francia, Spagna e Belgio hanno portato al ritrovamento di 2100 opere false attribuite a più di 30 artisti famosi, tra cui Andy Warhol, Amedeo Modigliani, Banksy, Pablo Picasso, Joan Mirò, Francis Bacon, Wassily Kandinsky, Henry Moore e Gustav Klimt.

I Warhol e Banksy sono stati i più contraffatti e i falsi sono stati esposti in mostre a Mestre e Cortona.

L'indagine è iniziata nel marzo 2023, quando le autorità italiane hanno scoperto 200 falsi durante la perquisizione dell'abitazione di un imprenditore pisano. Hanno così iniziato a monitorare i siti di e-commerce delle case d'asta per verificare se altri fossero coinvolti nella rete.

Secondo Eurojust, l'agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria, l'operazione avrebbe poi portato alla luce una rete di falsari che producevano le opere in Spagna, Francia e Belgio.

Eurojust ha dichiarato che la rete è stata in grado di utilizzare case d'asta complici in Italia che hanno emesso certificati e timbri di autenticità contraffatti, circa 500 dei quali sono stati anche sequestrati.

Secondo Eurojust, gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione e al commercio di arte contemporanea.

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