Non sembra eppure l'industria della moda è una delle piû inquinanti a livello globale. Ecco come corre ai ripari
La moda fa male all'ambiente, l'industria dell'abbigliamento infatti è uno dei settori che inquina di più, secondo un ultimo rapporto Onu è responsabile per il 20 percento dei rifiuti mondiali e per il 10% delle emissioni tossiche globali .
Tra il 2000 e il 2015 la produzione di abbigliamento è più che raddopiata arrivando a oltre 100 miliardi di tonnellate di capi prodotti. La maggiorparte di questa produzione si concentra in Paesi ancora poco sensibili alle tematiche ambientali.
Fee Gilfeather è un'esperta del settore per Oxfam ci dà dati che fanno rabbrividire: "In realtà vengono prodotte più emissioni tossiche degli aerei e delle spedizioni internazionali messe insieme. Si tratta di una quantità incredibile. È un problema in termini di quantità di acqua utilizzata. Solo per fare un esempio, ci vogliono 13 anni per bere l'acqua che serve per fare un paio di jeans e una maglietta".
Ma non è tutto, non si tratta solo della produzione dell'abbigliamento, ma anche il suo packaging e la spedizione dai posti di produzione ai luoghi dove vengono venduti.
Ma anche la moda si impegna in questo senso, l'anno scorso alcuni giganti del pret-à-porter hanno firmato la Fashion Industry Charter for Climate Action, in cui si impegnano a ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030.
Ma non è una questione di pret-a-porter, anche se quest'ultimo ha incoraggiato la modalità dell'usa e getta dell'abbigliamento; i problemi all'interno dell'intero sistema di produzione, e quindi anche per l'Alta moda, sono gli stessi.
Alla COP25 di Madrid , rivenditori e gruppi industriali proporranno le conclusioni della Carta firmata in Polonia l'anno scorso e che prevede tra l'altro di arrivare a emissioni zero nel 2050.