22 July: il racconto di Utoya e l'avanzata della destra

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Di Salvatore Falco
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Il regista Paul Greengrass sottolinea come la retorica di argomenti utilizzati da Anders Behring Breivik in tribunale, la visione mondiale che ha propagandato, oggi sarebbero dialoghi e dichiarazioni quasi normali in politica.

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Comprendere la deriva estremista che attraversa l'Europa attraverso un film che racconta gli attentati che insanguinarono la Norvegia nel 2011.

Il regista Paul Greengrass sottolinea come la retorica di argomenti utilizzati da Anders Behring Breivik in tribunale, la visione mondiale che ha propagandato, oggi sarebbero dialoghi e dichiarazioni quasi normali in politica.

"Nessun politico populista in Europa o in America avrebbe problemi ad usare le parole di Breivik. Non le sue azioni, ma le sue parole - sostiene Greengrass - Non avrebbero alcun problema e questa storia spiega come è cambiata la politica. Le argomentazioni di Breivik sono ormai di uso comune".

Il film, targato Netflix e basato sul libro di Asne Seierstad, vuole però essere u inno alla democrazia, partendo dal modo in cui la Norvegia ha reagito alla strage di Utoya".

"Il cinema - secondo Greengrass - deve guardare con coraggio alla realtà così com'è e dove sta andando, e indicare anche come questa realtà si possa affrontare".

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