La danza dell'esilio forzato nelle coreografie del siriano Mithkal Alzghair

La danza dell'esilio forzato nelle coreografie del siriano Mithkal Alzghair
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

“Displacement” del coreografo siriano Mithkal Alzghair affronta la contraddizione fra radicamento e dislocamento.

PUBBLICITÀ

“Displacement” del coreografo siriano Mithkal Alzghair affronta la contraddizione fra radicamento e dislocamento. Una riflessione sull’esperienza di chi è costretto a fuggire dalla guerra e sulle incertezze della vita in esilio.

Alzghair, che si è formato a Damasco, in Siria, e a Montpellier, in Francia, esamina l’influenza della realtà socio-politica sulle danze tradizionali.

“Ho lavorato su una danza tradizionale siriana, sul concetto di dislocamento, sul fatto di lasciare un territorio e di ricostruirsi una nuova identità”, ha spiegato Alzghair.

L’opera è caratterizzata da movimenti e sentimenti conflittuali: restare o fuggire, la speranza che affiora all’idea di andare via, l’inquietudine legata alla consapevolezza che il ritorno è impossibile.

“Displacement”, oltre a essere una coreografia sulla guerra in Siria, è anche un’esplorazione del proprio corpo da parte dell’artista e delle tradizioni popolari della sua terra.

“La coreografia è basata su due movimenti – afferma Alzghair – il primo è attinto dalla Dabka, una danza basata sui piedi. Il secondo è quello delle mani: può significare invitare le persone a partecipare o cercare di fermare la violenza o altro”.

“Displacement” è in tour in Europa, dalla Francia, al Belgio, al Portogallo, all’Austria, al Regno Unito.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Art Paris 2024: La ricca scena artistica francese al centro della scena, spiccano i giovani talenti

Andrey Gugnin vince il primo premio di 150.000 € al concorso internazionale Classic Piano 2024

Il festival Balkan Trafik! esplora la Moldova e le sue minoranze culturali