I mercati asiatici registrano lievi rialzi mentre proseguono i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina. Investitori cauti, occhi puntati su inflazione Usa, acquisizioni tecnologiche e dinamiche geopolitiche
Martedì i principali indici azionari asiatici hanno registrato rialzi contenuti, sostenuti dalle speranze riposte nei colloqui commerciali in corso tra Stati Uniti e Cina. Gli investitori rimangono prudenti, ma confidano che eventuali accordi tra le due potenze economiche possano scongiurare il rischio di una recessione globale.
A Tokyo, l’indice Nikkei 225 è salito dello 0,9 per cento, chiudendo a quota 38.445,68, mentre il sudcoreano Kospi ha guadagnato lo 0,3 per cento attestandosi a 2.865,12. L’Hang Seng di Hong Kong è avanzato dello 0,3 per cento a 24.261,26, e l’indice Composite di Shanghai ha registrato un lieve incremento dello 0,1 per cento a 3.403,52. Notevole invece la performance di Taiwan, dove il Taiex è balzato del 2,1 per cento a 22.253,46. In Australia, l’S&P/ASX 200 ha chiuso con un progresso dello 0,9 per cento, raggiungendo quota 8.588,10.
Wall Street mista: il Nasdaq guida i guadagni, Dow Jones piatto
Nel frattempo, la seduta di lunedì a Wall Street ha mostrato una chiara divergenza tra i principali indici. L’S&P 500 ha guadagnato appena lo 0,1 per cento, arrivando a 6.005,88, e restando a meno del 2,3 per cento dal record storico registrato a febbraio. Il Dow Jones Industrial Average è scivolato di un solo punto, restando ben al di sotto dello 0,1 per cento a quota 42.761,76. Il Nasdaq Composite, trainato dalla tecnologia, è avanzato dello 0,3 per cento, chiudendo a 19.591,24.
Le aspettative per un alleggerimento delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino hanno contribuito a sostenere il mercato. Il presidente Donald Trump ha temporaneamente sospeso molte delle tariffe imposte negli ultimi mesi, in attesa di una possibile intesa. Gli investitori sperano che le trattative portino alla riduzione delle tariffe reciproche, riaprendo i flussi commerciali in settori chiave come la tecnologia e i macchinari industriali.
Accordi miliardari alimentano i movimenti settoriali
Alcuni dei maggiori movimenti sul mercato statunitense sono stati innescati da importanti operazioni di fusione e acquisizione. Qualcomm ha guadagnato il 4,1 per cento dopo aver annunciato l’acquisto della britannica Alphawave Semi per 2,4 miliardi di dollari, espandendo la propria presenza nel settore dei semiconduttori.
Anche IonQ ha registrato un rialzo del 2,7 per cento, dopo aver comunicato l’acquisizione della startup britannica Oxford Ionics, specializzata in calcolo quantistico, in un accordo da quasi 1,08 miliardi di dollari. Queste mosse rafforzano la posizione strategica delle aziende statunitensi nel settore della tecnologia avanzata, in vista di una possibile ridefinizione degli equilibri globali post-tariffari.
Tesla in ripresa, Warner Bros. Discovery crolla
Tra i titoli più seguiti, Tesla ha recuperato il 4,6 per cento dopo una settimana difficile segnata dalla frattura nei rapporti tra Elon Musk e Donald Trump. Le tensioni potrebbero influenzare negativamente le altre società di Musk, come SpaceX, che beneficiano di contratti governativi. In questo scenario, Rocket Lab – possibile concorrente di SpaceX – ha guadagnato il 2,5 per cento.
Andamento opposto per Warner Bros. Discovery, che dopo un iniziale rialzo è scivolata del 3 per cento a seguito dell’annuncio di una scissione in due entità distinte. Una controllerebbe Warner Bros. Television, HBO Max e altri asset cinematografici, mentre l’altra comprenderebbe CNN, TNT Sports e piattaforme di informazione, sport ed entertainment.
Inflazione e Federal Reserve: focus sul dato di mercoledì
Sui mercati obbligazionari, il rendimento dei Treasury a 10 anni è sceso dal 4,51 per cento al 4,48 per cento, complice il raffreddamento delle aspettative d’inflazione. Un sondaggio della Federal Reserve Bank di New York ha infatti evidenziato una leggera diminuzione delle previsioni di inflazione dei consumatori per il mese di maggio.
Gli economisti attendono con attenzione il rapporto sull’inflazione in uscita mercoledì, che secondo le stime dovrebbe mostrare un’accelerazione al 2,5 per cento dal 2,3 per cento precedente. La Federal Reserve ha per ora mantenuto invariato il tasso d’interesse di riferimento, in attesa di valutare l’impatto economico delle politiche tariffarie adottate da Trump. Un rialzo sostenuto delle aspettative d’inflazione potrebbe innescare un circolo vizioso di rincari, spingendo la banca centrale ad azioni più aggressive.
Rialzi contenuti per il greggio, dollaro in leggero rafforzamento
Nel settore energetico, il greggio statunitense WTI è salito di 31 centesimi a 65,45 dollari al barile, mentre il Brent – riferimento internazionale – ha guadagnato anch’esso 31 centesimi, attestandosi a 67,35 dollari.
Sul mercato dei cambi, il dollaro si è rafforzato contro lo yen giapponese, salendo a 144,93 da 144,61 yen. L’euro, invece, ha perso leggermente terreno nei confronti del biglietto verde, scendendo a 1,1399 dollari da 1,1421.
I mercati internazionali si muovono dunque con cautela, sostenuti da segnali moderatamente positivi, ma con molte incertezze ancora all’orizzonte, legate sia alle tensioni commerciali globali che alla traiettoria dell’inflazione negli Stati Uniti.