Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Sudan, le Rsf conquistano El-Fasher nel Darfur: le immagini mostrano i massacri di massa di civili

Questa immagine scattata da Airbus DS mostra oggetti a terra vicino a quelli che potrebbero essere veicoli di RSF nel quartiere First Darga della città di El Fasher, in Sudan.
Questa immagine scattata da Airbus DS mostra oggetti a terra vicino a quelli che potrebbero essere veicoli di RSF nel quartiere First Darga della città di El Fasher, in Sudan. Diritti d'autore  Airbus DS 2025 via AP
Diritti d'autore Airbus DS 2025 via AP
Di Ekbal Zein & يورونيوز
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Dopo circa 18 mesi di assedio, la capitale del Darfur è stata presa dalle milizie delle Rsf. Sul web circolano le immagini e i video dei violenti massacri nei confronti dei civili, in un contesto di grave crisi umanitaria già in corso. Ora ci si interroga sugli scenari futuri

Dopo che le Forze di supporto rapido (Rsf) hanno preso il controllo del quartier generale dell’esercito governativo a El-Fasher, capitale del Darfur Settentrionale in Sudan, le immagini satellitari hanno mostrato scene di orribili massacri e vaste aree di terra bruciata, mentre sui social media circolano video di combattenti che si vantano delle loro azioni.

El-Fasher, sotto assedio da ormai 18 mesi, era l'ultima roccaforte delle Forze armate sudanesi (Saf) nella regione. Il capo dell'esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan, vicino al governo della capitale Kartum, ha annunciato lunedì il ritiro dei suoi soldati. "Abbiamo accettato il ritiro da El-Fasher verso un luogo più sicuro per evitare la distruzione totale della città e salvare la vita dei civili ancora presenti", ha dichiarato al-Burhan in un discorso televisivo.

Nell'ultima settimana i combattimenti si erano intensificati e domenica la città è stata conquistata dalle milizie dell'Rsf, guidate da Abdul Rahim Dagalo, fratello di Mohamed Dagalo leader dei paramilitari.

Negli ultimi due anni in Sudan è in corso una grave crisi umanitaria e la recente conquista della capitale del Darfur Settentrionale preoccupa la comunità internazionale, dal momento che le forze dell'Rsf hanno ora il controllo di una regione ricca di risorse minerarie e che si trova in posizione strategica per il rifornimento di armi.

Difficile stimare l'entità dei massacri

Prima che la città cadesse nelle mani delle Rsf, El-Fasher ha subito un'ondata di sfollamenti di massa che ha ridotto la popolazione da oltre due milioni a 250mila civili, molti dei quali sarebbero stati giustiziati o rapiti mentre cercavano di fuggire.

Con internet fuori uso e le comunicazioni interrotte, è difficile stimare l'entità dei massacri in corso o conoscere i dettagli esatti degli eventi. La città è sotto assedio dal 10 maggio 2024.

La Joint Force, una milizia alleata dell'esercito sudanese, ha accusato le Rsf di aver "giustiziato più di duemila civili disarmati" da domenica a El-Fasher, "soprattutto donne, bambini e anziani". Sarebbe, inoltre, in corso un massacro su base etnica nei confronti delle popolazioni non arabe della regione.

Questa immagine scattata da Airbus DS mostra parte del primo quartiere di Darja a El Fasher, in Sudan, lunedì 27 ottobre 2025.
Questa immagine scattata da Airbus DS mostra parte del quartiere di First Darja a El Fasher, in Sudan, lunedì 27 ottobre 2025. Airbus DS 2025 via AP

Le immagini satellitari scattate da società come Planet Labs e il Laboratorio di ricerca umanitaria dell'Università di Yale hanno mostrato veicoli militari all'inseguimento di civili, gruppi di persone giustiziate in massa e cadaveri abbandonati sulle strade.

Una nuova serie di segni di incendi si estende per quasi due miglia a nord di El-Fasher e a a sud della strada principale, vicino a una barriera di terra eretta dalle Rsf per isolare la città e impedire la fuga.

Nel web sono diventati virali i video che rivelano una violenza inaudita, mostrando donne e uomini uccisi da combattenti che conoscono personalmente.

Una clip che circola sui social media mostra Fateh Abdullah Idris, noto come Abu Lulu, che afferma di aver ucciso più di duemila persone. In una scena, spara a un uomo che chiede pietà, dicendo: "Non avrò pietà di te, la nostra missione è quella di uccidere".

In altri filmati si vedono soldati che costringono i prigionieri a lodare le Rsf e a denigrare l'esercito, prima di giustiziarli.

La condanna dell'Ue e delle Nazioni Unite

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, molte persone tra civili e operatori umanitari sono stati uccisi a El-Fasher durante i bombardamenti che hanno preceduto l'avanzata delle Rsf.

Coloro che si trovavano all'interno della città morivano di fame o sopravvivevano mangiando piante selvatiche, mentre continuavano gli attacchi aerei e di artiglieria contro ospedali e mense.

Mercoledì l'Unione europea ha condannato la "brutalità" delle Rsf in Sudan e la "presa di mira etnica dei civili".

L'Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, ha dichiarato che "prendere di mira i civili in base alla loro etnia dimostra la brutalità delle Rsf", aggiungendo che "le Rsf hanno la responsabilità di proteggere i civili nelle aree sotto il suo controllo, compresi gli operatori umanitari e i giornalisti".

Lunedì, l'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha dichiarato di aver "ricevuto molteplici e allarmanti rapporti" sul fatto che le Rsf stessero "compiendo atrocità, incluse esecuzioni sul campo".

Un piano per il cessate il fuoco e la transizione trasparente

Il recente vertice quadripartito a Washington per discutere di un cessate il fuoco in Sudan, a cui hanno partecipato rappresentanti di Stati Uniti, Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, non ha fatto progressi verso l'adozione di misure pratiche.

Il 12 settembre, il gruppo ha presentato un piano che prevede una pausa umanitaria di tre mesi, seguita da un cessate il fuoco permanente e da un processo di transizione inclusivo e trasparente di nove mesi "per realizzare le aspirazioni del popolo sudanese a un governo civile indipendente", ma le due parti in conflitto non hanno accolto le decisioni.

Insieme, le regioni del Darfur e del Kordofan rappresentano quasi la metà della superficie del Sudan, comprendono quasi il 30 per cento della popolazione totale e contengono il 35 per cento delle risorse economiche del Paese.

Quali sono gli scenari possibili della guerra civile sudanese

Con la presa di El-Fasher, è cresciuto l'appetito delle Rsf anche per la regione del Kordofan. Il Sudan potrebbe trovarsi ora di fronte a diversi scenari possibili.

  • Il primo di questi scenari è la continuazione dell'escalation militare, soprattutto dopo l'euforia suscitata dalla conquista di El-Fasher da parte delle Rsf. Ciò è emerso chiaramente nel discorso del vice comandante del gruppo, Abdul Rahim Dagalo, che ha dichiarato in un video che la liberazione di El-Fasher è "la liberazione del Sudan", aggiungendo che "fino a Port Sudan, stiamo arrivando con grande slancio".D'altra parte, l'esercito sudanese cerca di frenare l'avanzata dell'avversario, nonostante la sua incapacità di riprendere El-Fasher. Pertanto, mobiliterà le sue forze per circondare le Rsf nelle regioni occidentali e cercare di impedirne l'espansione in altre aree.
  • Il secondo scenario, anche se le speranze sono scarse, è quello di raggiungere un accordo politico per evitare ulteriori perdite. Si ritiene che ci sia la volontà degli Stati Uniti di spingere per l'attuazione della tregua proposta il 12 settembre. Gli osservatori si basano sulla dichiarazione del consigliere di Trump per gli affari africani e arabi, Massad Boulos, che ha affermato che "in caso di rifiuto del piano da parte di una delle parti in conflitto, l'America non tarderà a prendere le misure disponibili".
  • Lo scenario più pericoloso rimane la possibilità di una divisione, se le parti rifiutano una soluzione pacifica, dopo la scissione del Sud Sudan nel 2011. Questo potrebbe portare il Paese a una nuova fase di instabilità, minacciando l'entità dello Stato sudanese e la sua unità geografica.
Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti