La giustizia spagnola conferma: Airbnb deve rimuovere 65.935 annunci illegali. Il ministero dei Diritti sociali vince il primo round legale contro la piattaforma. Irregolarità su licenze e trasparenza dei locatori
Lo scontro tra il ministero spagnolo dei Diritti sociali, del Consumo e dell’Agenda 2030 e Airbnb ha raggiunto un punto di svolta.
L’Alta Corte di Giustizia di Madrid (Tsjm) ha respinto il ricorso della piattaforma contro una delle tre risoluzioni ministeriali che impongono la rimozione di migliaia di annunci irregolari. In questo primo caso, sono coinvolte 5.800 inserzioni localizzate in sei comunità autonome: Andalusia, Madrid, Catalogna, Valencia, Baleari e Paesi Baschi.
Nel complesso, il ministero guidato da Pablo Bustinduy ha ordinato la cancellazione di 65.935 annunci, giudicati in violazione delle normative sui consumatori. Il pronunciamento del Tsjm rappresenta il primo avallo giudiziario a favore della linea dura del governo, rafforzando la battaglia contro la proliferazione di offerte turistiche non regolamentate.
Licenze mancanti e host opachi
Secondo il ministero, molte delle inserzioni contestate presentano gravi irregolarità: dall’assenza del numero di licenza obbligatorio alla mancata indicazione sulla natura giuridica del locatore. Questo dettaglio, apparentemente tecnico, è cruciale per stabilire se i diritti dei consumatori sono garantiti.
“La confusione tra affittacamere privati e gestori professionali non è casuale”, accusa il ministero, “ma una strategia per aggirare obblighi come l’assistenza clienti o la gestione dei reclami”. Inoltre, l’uso di numeri di licenza inesistenti o non riconosciuti rappresenta un’ingannevole violazione del diritto all’informazione e mina la fiducia nel mercato degli affitti turistici.
L’offensiva legale contro gli annunci irregolari su Airbnb
La sentenza dell’Alta Corte madrilena consolida la legittimità dell’intervento ministeriale e apre la strada alla piena attuazione delle misure correttive. Le tre risoluzioni della Direzione generale per gli Affari dei consumatori, finora contestate da Airbnb, mirano a ripulire il portale da quasi 66.000 annunci che non rispettano le norme in vigore in diverse regioni autonome.
L’azione legale, inoltre, si rivolge direttamente alla sede europea di Airbnb in Irlanda, con la richiesta di intervenire tecnicamente per disattivare le inserzioni. Questo passaggio evidenzia il carattere transnazionale della questione e l’urgenza di meccanismi più efficaci per far rispettare le normative locali da parte delle grandi piattaforme digitali.
Scontro aperto tra istituzioni e piattaforme digitali
Il caso Airbnb non è solo un contenzioso tra una multinazionale e un’autorità nazionale: si tratta di un banco di prova per la regolamentazione del turismo digitale e la responsabilità delle piattaforme online nel garantire legalità e trasparenza.
La sentenza del Tsjm rappresenta un precedente che potrebbe influenzare ulteriori interventi normativi in Spagna e nel resto dell’Ue. Nel frattempo, il ministero dei Diritti sociali si prepara a proseguire la battaglia legale, forte di un primo verdetto favorevole. Airbnb, contattata da Euronews, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Euronews ha contattato Airbnb ma finora non ha ricevuto risposta.