La città di Örebro ricorda le vittime della tragica sparatoria nel campus della scuola per adulti Risbergska. Le indagini intanto proseguono ma è stata esclusa al momento la pista terrorismo
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Giovedì, nella città svedese di Örebro, centinaia di persone in lutto hanno reso omaggio alle vittime della sparatoria più letale della storia del Paese, che ha provocato 11 morti.
L'uomo che ha sparato era collegato al centro di istruzione per adulti dove ha aperto il fuoco con almeno un'arma simile a un fucile, hanno detto giovedì le forze dell'ordine.
Le autorità hanno detto che l'uomo armato, che non è ancora stato identificato ufficialmente, potrebbe aver frequentato la scuola prima dell'attentato di martedì nel campus scolastico a ovest di Stoccolma. L'uomo che ha sparato è stato poi trovato morto con tre pistole, 10 caricatori vuoti e una grande quantità di munizioni inutilizzate accanto al suo corpo, hanno detto i funzionari in una conferenza stampa.
Non è chiaro come sia morto, ma i funzionari hanno detto che gli agenti non hanno risposto al fuoco. La scuola offre corsi di istruzione primaria e secondaria per adulti dai 20 anni in su, corsi di lingua svedese per immigrati, formazione professionale e programmi per persone con disabilità intellettiva.
Circa 130 agenti sono arrivati sul posto martedì dopo le richieste di aiuto partite dalla scuola. La scena è stata descritta come un “inferno” e si ritiene che l'aggressore abbia rivolto la sua arma verso di loro mentre entravano nell'edificio.
Sparatoria in Svezia: esclusa per ora la pista del terrorismo
Giovedì gli investigatori non avevano ancora individuato un movente definitivo dietro lo spargimento di sangue. La polizia ha detto che non ci sono stati avvertimenti in precedenza e ritiene che l'autore abbia agito da solo. Le autorità hanno detto che al momento non ci sono sospetti di collegamenti con il terrorismo.
A Örebro, una città di 160mila abitanti considerata il settimo comune più grande della Svezia, la giornata di giovedì ha portato altra tristezza ma ancora poche risposte.
“Sono stati due giorni di shock e dolore”, ha detto John Johansson, presidente del consiglio comunale della città. Ci stiamo ancora chiedendo perché, ci stiamo ancora chiedendo cosa sia successo”. La manifestazione di dolore e di solidarietà è stata enorme”.