L'Occidente si sente sempre più minacciato dalla prepotenza commerciale della Cina. E con l'approssimarsi delle elezioni negli Stati Uniti i rapporti già precari tra il Paese orientale, Usa e Ue rischiano di incrinarsi ulteriormente
Assicurarsi che la Cina non domini il mercato delle nuove tecnologie e dell'energia verde è l'obiettivo comune dell'Unione europea e degli Stati Uniti che, però, lo perseguono con approcci diversi.
Per Washington la strada da seguire è il cosiddetto decoupling, ovvero il disaccoppiamento tra le due maggiori economie del mondo, nel senso di spostare la produzione delle imprese americane fuori dalla Cina in settori ritenuti strategici, verso altre destinazioni, sempre in Asia o addirittura negli Stati Uniti (una pratica nota anche come reshoring).
Bruxelles preferisce invece il cosiddetto 'de-risking', la pratica della riduzione del rischio, dove per rischio si intende la dipendenza dell'Occidente dalla Cina.
Cosa cambia tra Harris e Trump per Ue e Cina?
Negli Stati Uniti i candidati alle elezioni presidenziali si giocano le ultime carte. Un risultato piuttosto che l'altro porterà sicuramente a rivedere le posizioni del Paese nei confronti del competitor orientale.
"Se Donald Trump dovesse vincere le elezioni, dovremmo aspettarci più dazi e sanzioni e anche una maggiore spinta degli alleati verso il disaccoppiamento", ha detto Ceren Ergenc, ricercatrice presso il Centro per gli studi di politica europea.
"Ma non credo che la loro portata sarebbe significativamente superiore a quella di un'amministrazione Harris. Penso che ci sia un consenso bipartisan su quanto la Cina sia una minaccia per gli Stati Uniti", ha proseguito Ergenc.
Democratici e Repubblicani continueranno la battaglia tecnologica delle due principali economie mondiali per il controllo delle catene di produzione e dei mercati. La differenza tra i due partiti sta, però, nell'approccio.
"Con Kamala Harris assisteremo a una continuazione di quanto accaduto con Biden, il che significa più coordinamento, più scambio di informazioni e più allineamento delle politiche, il che è sia positivo che negativo" ha spiegato a Euronews Francesca Ghiretti, responsabile della ricerca presso Rand Europa.
"Positivo nel senso che si ha un alleato molto vicino con cui lavorare. Negativo nel senso che abbiamo assistito ad alcuni episodi in cui gli Stati Uniti e l'Europa hanno davvero fatto fatica ad allinearsi" ha detto Grignetti.
Quanto dipendono le economie di Ue e Usa dalla Cina
L'Ue vede la Cina come un partner commerciale e un rivale sistemico. Al contrario, Washington vede Pechino come una concorrente della sua egemonia in declino.
Così, mentre gli Stati Uniti hanno cercato di allontanarsi dalla Cina, l'Unione europea non vuole tagliare i ponti con il gigante asiatico perché le loro catene di approvvigionamento sono troppo intrecciate.
Il blocco dei 27 ha tuttavia inasprito i toni recentemente. L'Unione europea ha intenzione di introdurre una sovrattassa sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina e ha avviato un'indagine sui sussidi cinesi ai produttori di pannelli solari.
"In caso di un'escalation delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, la tensione tra questi due Paesi si ripercuoterebbe sicuramente sull'Europa che sarebbe costretta ad abbandonare la strategia più moderata del de-risking in favore di un disaccoppiamento molto netto dalla Cina", ha detto Ceren Ergenc.
"L'Europa ora non può permettersi questo" ha concluso la ricercatrice.