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Carri Idf irrompono nella base Unifil, Netanyahu all'Onu: "Via i caschi blu dal Libano"

Base Unifil in Libano
Base Unifil in Libano Diritti d'autore  Hassan Ammar/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Hassan Ammar/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Isidoro Patalano & Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Benjamin Netanyahu accusa l'Occidente di fare pressioni nel "posto sbagliato" e chiede all'Onu la rimozione degli operatori dell'Unifil dalle loro postazioni nel sud del Libano. Meloni a colloquio con il premier israeliano: "Attacchi inaccettabili"

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Benjamin Netanyahu ha chiesto la rimozione degli operatori dell'Unifil dalle postazioni nel sud del Libano che il premier israeliano ha definito "roccaforti di Hezbollah".

La sua richiesta in un videomessaggio al Segretario dell'Onu, António Guterres, fa seguito alla condanna degli Stati Uniti e dell'Unione europea per gli attacchi dell'Idf sui Caschi Blu in Libano, di cui fanno parte oltre mille soldati italiani.

"Il vostro rifiuto di ritirare i soldati dell'Unifil li rende ostaggi di Hezbollah", ha dichiarato Netanyahu domenica. La loro presenza "mette a rischio anche la vita dei nostri soldati".

Benjamin Netanyahu ha anche affermato che le Forze di difesa israeliane avrebbero ripetutamente chiesto all'Onu di rimuovere le sue truppe dal Libano meridionale, ma avrebbero ricevuto ripetuti rifiuti. Per Tel Aviv questo fornirebbe "scudi umani ai militanti di Hezbollah”.

"Sfortunatamente, alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. Invece di criticare Israele, dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l'Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l'Unrwa", ha detto il premier israeliano nel videomessaggio.

Carri armati di Israele fanno irruzione nella base Unifil

Poco dopo la dichiarazione di Netanyahu, l'Unifil ha fatto sapere che tre plotoni di soldati dell'Idf hanno attraversato la Linea Blu verso il Libano. Inoltre, intorno alle 4:30, mentre i peacekeeper erano nei rifugi, due carri armati Merkava dell'Idf hanno distrutto il cancello principale della postazione e sono entrati con la forza. "Hanno chiesto più volte alla base di spegnere le luci. I carri armati se ne sono andati circa 45 minuti dopo che l'Unifil ha protestato, affermando che la presenza dell'Idf metteva in pericolo i peacekeeper", si legge nella nota diffusa dalla missione.

"Intorno alle 6:40, i peacekeeper che si trovavano nella stessa posizione hanno segnalato lo sparo di diversi colpi a 100 metri a nord, che hanno emesso fumo. Nonostante l'uso di maschere protettive, 15 peacekeeper hanno subito effetti, tra cui irritazione della pelle e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è entrato nel campo. I peacekeeper stanno ricevendo cure", continua ancora la nota. La missione ha poi chiesto spiegazioni all'esercito israeliano in merito a queste violazioni.

Meloni telefona a Netanyahu: "Inaccettabile che Unifil sia stata attaccata"

Dopo i diversi avvertimenti da parte di Roma al governo israeliano a difesa dei soldati impegnati nella missione di pace Onu nella Linea Blu, la prima ministra Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu. "La presidente Meloni ha ribadito l’inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la Missione agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale. Ha sottolineato l’assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita", si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi.

"Meloni ha rinnovato l’impegno dell’Italia in questo senso, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati". continua la nota.

Nel corso della conversazione, secondo quanto riferito dalla presidenza del Consiglio, Meloni "ha sottolineato l’urgenza di lavorare a una de-escalation su base regionale, rinnovando la piena disponibilità dell’Italia, anche in qualità di Presidenza di turno del G7, a lavorare in questa direzione".

Catturato un combattente di Hezbollah: Israele continua i raid

Continuano i raid al confine tra i due Paesi. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver catturato domenica un combattente di Hezbollah durante l'assalto a uno dei tunnel e nascondigli del gruppo militante nel Libano meridionale.

L'Idf ha affermato che dopo la resa, il combattente è stato interrogato, arrestato e trasferito in "un centro di detenzione per ulteriori indagini".

Ma il gruppo militante smentisce. Un funzionario di Hezbollah ha negato che uno dei suo membri fosse stato catturato.

Il gruppo libanese ha detto che i suoi combattenti stanno affrontando le truppe israeliane in un villaggio di confine, mentre aumentano le incursioni a due settimane dalle operazioni di terra di Israele.

L'esercito israeliano ha rinnovato sabato l'ordine ai palestinesi nel nord della Striscia di Gaza di lasciare le loro case e i loro rifugi.

La maggior parte dei combattimenti si è concentrata nella zona di Jabaliya, che è stata bombardata dai jet da guerra e dall'artiglieria israeliana.

L'offensiva israeliana nella Striscia ha ucciso più di 42mila palestinesi, secondo le autorità sanitarie locali. A Gaza, invece, sono ancora detenuti circa 100 prigionieri israeliani, un terzo dei quali si ritiene sia morto.

Il Papa continua la richiesta di cessate il fuoco

Papa Francesco durante l'Angelus ha rivolto il suo pensiero alle vittime della guerra e ha fatto appello alle parti di cessare i combattimenti.

"Continuo a seguire con preoccupazione quanto sta avvenendo in Medio Oriente e chiedo ancora una volta un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti".

"Si percorrano le vie della diplomazia e del dialogo per ottenere la pace", ha detto il Pontefice. "Sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte, Palestina, Israele, Libano, dove chiedo che siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite".

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