Londra, inizia l'ultima udienza per l'estradizione di Assange: negli Usa rischia 175 anni di carcere

Un sostenitore di Julian Assange
Un sostenitore di Julian Assange Diritti d'autore Kirsty Wigglesworth/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Michela Morsa
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Negli Stati Uniti il fondatore di WikiLeaks, in carcere nel Regno Unito dal 2019, è accusato di aver violato la legge anti spionaggio. Centinaia di persone a Londra per mostrargli sostegno

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Settimana cruciale per il fondatore di WikiLeaks Julian Assange. È iniziato questo martedì il processo di appello con il quale la giustizia britannica deciderà definitivamente se estradarlo o meno negli Stati Uniti, dove è accusato di aver violato la legge anti-spionaggio per aver sollecitato, raccolto e pubblicato documenti militari e diplomatici statunitensi, relativi in particolare alle guerre statunitensi in Afghanistan e in Iraq. 

Centinaia di manifestanti si sono riuniti davanti alla Royal courts of justice di Londra per mostrargli il loro sostegno, la moglie in testa. 

"È un attacco a tutti i giornalisti del mondo. È un attacco alla verità. Ed è un attacco al diritto del pubblico di sapere. Julian è un prigioniero politico e la sua vita è a rischio. Quello che è successo a Navalny può succedere a Julian", ha dichiarato Stella Assange

Anche il padre e il fratellastro di Assange sono presenti all'udienza, che dovrebbe durare almeno due giorni. I due stanno conducendo una campagna a tempo pieno in Australia, Paese d'origine del giornalista, per ottenere il suo rilascio. La settimana scorsa il Parlamento australiano ha chiesto che ad Assange sia concesso di tornare in patria.

Assange rischia fino a 175 anni di carcere

Nel 2018 Julian Assange era stato accusato dagli Stati Uniti di complicità nell'hacking di computer governativi. Nel 2019 si erano aggiunte altre 17 accuse di violazione dell'Espionage act del 1917. 

Assange, però, dal 2012 si erarifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador di Londra, che aveva accettato di dargli asilo politico. Nel 2018 l'Ecuador gli aveva persino dato la cittadinanza, con l'obiettivo di farlo andare via dal Regno Unito come diplomatico. 

Poi nell'aprile del 2019, dopo che l'Ecuador aveva revocato la cittadinanza con la promessa britannica che il giornalista non sarebbe stato estradato, era stato arrestato dalla polizia londinese per conto delle autorità statunitensi. 

A quel punto gli Stati Uniti ne avevano chiesto l’estradizione, ma il tribunale penale di Londra aveva rifiutato la richiesta, citando le condizioni di salute critiche di Assange, che soffre di depressione e che secondo gli psichiatri avrebbe tendenze suicide. 

Gli Stati Uniti avevano quindi presentato ricorso all’Alta corte di Londra, che lo aveva accolto. A sua volta Assange aveva presentato ricorso alla Corte suprema, che però lo aveva respinto. Il caso era quindi passato al ministero dell’Interno, che nel giugno del 2022 ne aveva approvato l'estradizione. Assange aveva presentato nuovamente ricorso, il che ci porta all'udienza definitiva di questa settimana. 

Se Assange dovesse essere estradato negli Stati Uniti e venisse condannato per tutte le accuse a suo carico, rischierebbe una pena detentiva massima di 175 anni.

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