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Il padre di Ilaria Salis, 'serve un'azione del nostro governo'

'Maggioranza si dimostri illuminata anche con gli avversari'
'Maggioranza si dimostri illuminata anche con gli avversari'
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Di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 16 DIC - "Riteniamo che sia ridicola la situazione che si è venuta a creare a fronte di presunte accuse che si paventano e di pene incredibili. Ci auguriamo che ci sia un'azione da parte del nostro governo e dei nostri canali diplomatici": lo ha detto all'ANSA Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, la 39enne milanese rinchiusa nel carcere di massima sicurezza di Budapest con l'accusa di aver aggredito due neonazisti lo scorso 11 febbraio nella capitale ungherese. Roberto Salis ha inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni, al ministro degli Esteri Antonio Tajani, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, ai presidenti di Camera e Senato e a tutti i capigruppo per invocare un intervento del governo, anche di fronte alle "violazioni di diritti umani" che sta subendo la figlia. Una prima lettera a Meloni l'aveva già inviata lo scorso 22 marzo ma al momento non è arrivata "nessuna risposta". Secondo Salis, i rapporti tra il governo italiano e il premier ungherese Viktor Orbán "potrebbero essere, dal nostro punto di vista, un enorme vantaggio ma anche un enorme svantaggio. Dipende da quali sono gli obiettivi". E anche se "ci può essere malizia nel pensare" che le difficoltà della figlia siano legate anche al fatto di essere "schierata politicamente in contrasto con l'attuale maggioranza", secondo Salis "una maggioranza illuminata, per dimostrare di esserlo, dovrebbe e potrebbe occuparsi anche dei suoi avversari". "Finora c'è stato il silenzio totale, nessuno alla Farnesina ci ha dato una risposta e invece vogliamo che il governo si attivi per interrompere una carcerazione che non ha senso", ha detto all'ANSA l'avvocato Eugenio Losco che difende in Italia Ilaria Salis. L'avvocato Losco spiega che "Ilaria non ha alcuna intenzione di sottrarsi al processo che partirà il 29 gennaio ma noi chiediamo che possa avere i domiciliari in Italia come previsto da una direttiva recepita da tutte le legislazioni europee che consente a un cittadino comunitario di avere misure cautelari diverse dal carcere nel suo paese di residenza". (ANSA).

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