AUKUS, i sottomarini di nuova generazione prendono forma a San Diego

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Di euronews
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#AUKUS, i sottomarini di nuova generazione prendono forma a San Diego. C'è già un primo risultato al vertice di tre giorni in California. ( Presenti Biden, Rushi e Albanese)

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È iniziato questo lunedì e c'è già un primo risultato.

L'Australia acquisterà cinque sottomarini a propulsione nucleare statunitensi. Il design sarà invece britannico. 

I leader di Australia, Regno Unito e Stati Uniti rinforzano infatti l'intesa di associazione e guardano insieme a una nuova generazione di sottomarini, gli Ssn- AUKUS.

Il vertice, una tre giorni, si tiene a San Diego, in California dove i primi ministri Rishi Sunak e Anthony Albanese incontrano il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Con l'accordo AUKUS, le iniziali dei tre Paesi, Londra e Washington si sono impegnate a fornire sottomarini  a propulsione nucleare all'Australia.

L'intesa era stata suggellata nel settembre del 2021 per contrastare  l'attività di  Pechino nella regione indo-pacifica. Ma ha causato uno scontro diplomatico con la Francia, perché l'intesa Aukus ha portato di fatto l'Australia a stracciare un precedente accordo, sempre per la fornitura di sottomarini, con Parigi.

Le prime indiscrezioni ( però ufficiali)

Prima un grosso ordine di sottomarini australiani da parte di Canberra, poi il lancio di un nuovo sottomarino  che unisce Stati Uniti, Regno Unito e Australia: Joe Biden ha svelato  lunedì uno spettacolare programma militare nel Pacifico ( fortemente criticato dalla Cina).

Il presidente degli Stati Uniti, il primo ministro britannico Rishi Sunak e il primo ministro australiano Anthony Albanese si incontrano in una base navale di San Diego per formalizzare questo progetto, che  a suo tempo, settembre 2121, fece infuriare la Francia.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha dato i  primi dettagli lunedì, ancora a bordo dell'aereo che ha portato il presidente degli Stati Uniti in California.

I tre punti dell'intesa

Il programma avrà in tre fasi.

Prima di tutto  la familiarizzazione dell'Australia con questo tipo di sottomarini - Canberra non ha sottomarini a propulsione nucleare, né tecnologia nucleare, né militare né civile -  si procederà alla "formazione di marinai, ingegneri, tecnici", ha detto Sullivan. 

L'obiettivo è avere  sottomarini americani e britannici in Australia  nei prossimi anni.

In una seconda fase, l'Australia acquisterà tre sottomarini americani a propulsione nucleare della classe "Virginia", (con un'opzione sull'acquisto di altri due).

I sottomarini devono essere consegnati  a partire dal 2030.

Infine - questa è la terza e più ambiziosa fase del programma - Stati Uniti, Australia e Regno Unito uniranno le forze per costruire una nuova generazione di sottomarini, gli Ssn-AUKUS, ha annunciato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca.

Questi dispositivi, a propulsione nucleare ma armati in modo convenzionale,  comporteranno "investimenti significativi" nei tre paesi, ha  detto ancora Sullivan.

I sottomarini a propulsione nucleare sono difficili da rilevare, possono percorrere grandi distanze per lunghi periodi di tempo e possono trasportare sofisticati missili.

Questo programma rappresenta per gli Stati Uniti "un impegno lungo decenni, e forse anche un secolo", ha affermato sempre Sullivan.

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L'obiettivo, ha assicurato,  resta sempre e comunque  la deterrenza non “fare la guerra” . 

Interrogato ripetutamente sulle critiche alla Cina, ha assicurato che Washington aveva già parlato della cosa direttamente con Pechino.

"Siamo molto sereni sul modo in cui abbiamo progettato l'alleanza AUKUS", ha assicurato Jake Sullivan, per il quale l'obiettivo degli Stati Uniti è garantire "pace e stabilità nella regione indo-pacifica".

Le critiche di Pechino

Questa nuova partnership militare non piace però a Pechino. 

La conclusione dell'alleanza AUKUS, con  l'annullamento da parte di Canberra del contratto per l'acquisto di 12 sottomarini francesi, aveva dato vita nel 2021 a una crisi diplomatica con la Francia (poi rientrata).

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Da allora il caso si è risolto, grazie alla diplomazia: tra le altre cose ricordiamo la visita di Stato del presidente francese Emmanuel Macron negli Stati Uniti all'inizio di dicembre. Joe Biden ha anche chiamato al telefono Macron - il 7 marzo scorso - per discutere  di cooperazione nell'Oceano Indiano e in Asia. Adesso è la Cina però a vedere rosso: "Chiediamo a Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia di abbandonare la mentalità della guerra fredda  e fare più cose per incoraggiare la pace e la stabilità  nella regione", ha affermato Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, alla vigilia del vertice.

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