Bohorodychne, la guerra vista dalle case distrutte di un villaggio

Nel villaggio di Bohorodychne, nella regione ucraina di Donetsk, quasi non sono rimaste più case.
I pochi residenti che non sono fuggiti o che sono tornati - dopo la ritirata russa - hanno trascorso il Natale ortodosso nelle loro case, distrutte, con elettricità e acqua razionate. Resistono: è il loro modo di combattere, è la guerra del villaggio...alla guerra!
Tra loro c'è la famiglia Honchar: Nina (91 anni) e suo figlio Mykola, di 58 anni.
Mykola era in paese durante i bombardamenti, i combattimenti e l'occupazione russa. Da un po' i russi si sono ritirati.
Mykola usa parole dure.
Racconta Mykola Honchar:
"Cosa sono i russi? Sarebbero 'liberatori'? Chi sono venuti a liberare? Sono stupidi! Hanno bombardato la chiesa. Ho chiesto: 'Cosa state facendo? Sapete che tipo di chiesa è questa? Questo è un monastero del Patriarcato di Mosca. Perché avete distrutto la chiesa?' Non sapevano cosa dire, si guardavano l'un l'altro, come pecore".
La madre di Mykola, Nina Honchar, ormai è rassegnata:
"È così che viviamo. Dove devo andare? Da chi? Un altro mio figlio è stato ucciso. La nostra vita è qui".
Prima dell'inizio della guerra, centinaia di persone vivevano nel villaggio, mentre ora rimane solo una dozzina di residenti.
Il fratello di Mykola Honchar, Vasyl, e la moglie Lyubov, sono morti nella loro casa, sotto i bombardamenti russi.