Serbia-Kosovo: tensione alle stelle, bloccata la strada per Mitrovica

Esercito serbo
Esercito serbo Diritti d'autore Serbian Defense Ministry Press Service/AP
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Dopo la parte Kosovara, anche Belgrado ha messo in stato di massima allerta le sue truppe: "pronti a fare di tutto per proteggere i nostri cittadini", dice il presidente serbo Vucic

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La Serbia ha messo in stato di massima allerta le sue truppe al confine con il Kosovo, nonostante le esortazioni della NATO ad allentare la tensione tra Belgrado e Pristina. Dall'indipendenza proclamata nel 2008, il Kosovo è stato riconosciuto come Stato indipendente da circa metà degli Stati membri delle Nazioni Unite, Italia compresa. Mai dalla Serbia, che la considera una propria regione. Belgrado si prepara a difendere i propri cittadini, spiega il presidente serbo Aleksandar Vucic: "Ci troviamo in una situazione difficile - ha detto - ma faremo tutto il possibile per preservare la pace e la stabilità, ma anche per proteggere i nostri cittadini nel Kosovo settentrionale. Visto che la parte albanese è stata armata e ha accresciuto il livello di preparazione al combattimento adotterò tutte le misure necessarie per proteggere la nostra nazione, la Serbia".

18 giorni di barricate, bloccata la strada per Mitrovica

Ora la protesta blocca la strada per Mitrovica, uno snodo principale. Ed è la prima volta. Aleksandar Vucic soffia sul fuoco e dice, durante un incontro con il patriarca serbo Porfiri che i disordini continueranno perché sono un sottoprodotto della guerra in Ucraina e dell'intenzione dell'Occidente di "schiacciare" il "popolo serbo disobbediente".

Il capo di Stato Maggiore dell'esercito, seguito a ruota dal Ministro della Difesa, si è recato alla frontiera amministrativa serbo-kosovara, dopo una sparatoria, fortunatamente senza vittime, nei pressi di Zubin Potok, una delle località in cui la minoranza serba aveva messo in atto dei blocchi stradali per protesta contro l'arresto di poliziotti di etnia serba che si erano dimessi.

La stampa serba aveva riferito della decisione, da parte delle autorità kosovare, di mettere in stato di massima allerta le proprie truppe, in vista di un'operazione per rimuovere i blocchi stradali e le barricate dei manifestanti nel Kosovo settentrionale. A 1.500 militari era stato ordinato di tenersi a disposizione, pronti ad essere chiamati per un intervento notturno. La risposta serba non si è fatta attendere: stato di massima allerta per le sue truppe.

La scintilla che ha fatto riesplodere, fino alle dimissioni di massa di giudici e altri funzionari della minoranza serba, è stata la decisione amministrativa di non riconoscere più la validità delle targhe automobilistiche serbe per i residenti del Kosovo, costretti a sostituirle con quelle kosovare. Una forzatura inaccettabile per Belgrado, di fatto un sabotaggio dei colloqui in corso.

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