Luis Díaz, dalla povertà indio alla finale di Champions League

Barrancas, tifosi di Luis Díaz nella sua città natale
Barrancas, tifosi di Luis Díaz nella sua città natale Diritti d'autore screenshot video AFP
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Di Debora Gandini
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Il calciatore 25enne del Liverpool è il primo indio a disputerà la finalissima di Champions League. Questo sabato sarà in campo contro il Real Madrid

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Siamo a Barrancas, nel nord della Colombia. Qui decine di ragazzini ogni giorno si allenano sotto il sole. Sognano di diventare calciatori professionisti. Un desiderio che, magari, può anche trasformarsi in realtà. Proprio come è accaduto Luis Díaz l’attaccante del Liverpool e della nazionale colombiana

Il 25enne è il primo indio a disputerà la finalissima di Champions League, e questo sabato sarà in campo contro il Real Madrid. Nella sua città d’orine, Barracans, nel dipartimento di La Guajira, la metà dei suoi abitanti sono indigeni Wayuu. Proprio come Díaz.

Suo zio Yelkis Díaz racconta quando ancora giocava a calcio con gli amici. Ora tutti ogni domenica si ritrovano davanti alla tv a tifare per Luis. "Come da tradizione qui in paese, la maggior parte dei campi sono fatti di terra e pietra. E’ li che Luis è cresciuto e si è fatto le ossa. Ha giocato e corso quasi sempre su campi in terra battuta".

Per la Colombia questo campione del calcio è un motivo di vanto. E’ la prima volta che un indigeno riesce ad avere successo nello sport. Un risultato straordinario considerando che La Guajira è una delle zone più povere della Colombia. 

Denilson Pushaina calciatore nella F.C La Guajira racconta che “da quando la gente ha scoperto che Luis Diaz giocava a calcio a livello professionistico prima con il Porto e ora con il Liverpool, che è un club molto noto, molte persone lo suppor-tano. Guardano le partite di calcio e hanno più considerazione del Wayuu, della cultura indigena, e degli abitanti di questa regione. Grazie alla brillante carriera del giovane Díaz, questo dipartimento della Colombia ora è conosciuto da tutti. Turisti e fans. Perché i sogni non conoscono barriere.

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