La guerra in Ucraina entra nell' 81° giorno, appello alla mediazione cinese

Macerie a Mariupol
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La guerra in Ucraina entra nell' 81° giorno. I familiari dei combattenti dell'acciaieria Azovstal chiedono la mediazione cinese per la loro liberazione

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L'81 esimo giorno di guerra in Ucraina si alza sull'acciaieria di Mariupol con gli ucraini che ancora resistono ai bombardamenti russi.

L'uso di artiglieria pesante e un importante numero di truppe di terra da parte russa non è riuscito avere ancora la meglio.

Di fronte a quella che in molti chiamano macelleria di guerra, il nuovo appello delle famiglie dei militari che si rivolgono alla stessa Cina perché faccia da mediatrice per permettere l'evacuazione degli ultimi miliarie e civili della Azovstal.

 Natalia Zaritskaya è la moglie di un militare che combatte nel reggimento Azov.

"Chiediamo al presidente cinese Xi Jinping di mostrare la propria pietà, preoccupazione i valori del mondo orientale per salvare i combattenti di Mariupol".

I negoziati al più alto livello diplomatico proseguono, l'ultimo convoglio di oltre 500 auto ha lasciato Mariupol tre giorni fa, ma nella città bombardata restano ancora civili e militari ucraini.

La seconda città ucraina Kharkiv non è più raggiungibile dai tiri dei militari russi costretti a una ritirata di fronte all'avanzata della controparte. Tutta la regione è stata riconquistata dagli ucraini. 

La narrazione della propaganda russa racconta una guerra diversa, restano sul campo i cadaveri dei miliatri russi in attesa di un accordo tra le parti per il loro rimpatrio. Mosca latita, riportare a casa i morti stride con una versione gloriosa data finora dal Cremlino dell'operazione speciale in Ucraina.

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