Reporter senza frontiere stila la sua classifica sulla libertà di stampa. Nel 2021 informazione polarizzata e caratterizzata da notizie fake
Non è il principio ma è certo il caos.
Così Reporter senza frontiere (Rsf), che valuta la libertà di stampa in 180 Paesi, definisce lo stato dell'informazione.
Secondo l'organizzazione, il 2021 è stato un anno polarizzato, durante il quale il racconto degli eventi notiziabili ha combattuto, e perso, la sua battaglia contro le fake news o le notizie inesatte e fuorvianti.
Dei 180 paesi censiti dall'Ong, 12 sono sulla lista rossa , in relazione al concetto di libertà: tra queste figura la Russia (al 155esimo posto) e la Bielorussia al 153esimo.
"Ciò che colpisce, in questo momento, è la propaganda dispiegata prima dell'inizio della guerra russo-ucraina e che continua sino ad oggi - dice Pauline Ades-Mevel, redattrice capo di Reporter senza frontiere - E questo è quello che succede, in questo momento: la completa scomparsa della libertà di stampa del nel Paese con centinaia di giornalisti che cercano di fuggire dalla Russia o non sono in grado di lavorare perché, come sapete, una legge che è stata votata all'inizio di marzo impedisce ai giornalisti persino di usare il termine 'invasione' o 'guerra'".
La classifica della libertà
Per Reporter senza Frontiere la classifica al contrario è dominata dalla Corea del Nord, ultima in graduatoria, preceduta da Eritrea, Iran, Turkmenistan, Myanmar.
Il trio di Paesi nordici è, al contrario, saldamente in cima: Norvegia, Danimarca e Svezia continunao a essere rappresentati come modello democratico, dove la libertà di espressione fiorisce.
Ma quali sono i parametri presi a riferimento da Rsf? Tra le voci che contribuiscono a definire l'indice di libertà ci sono: pluralismo, indipendenza, contesto e autocensura, normativa, trasparenza e infrastrutture.
La stampa nelle società democratiche
All'interno delle società democratiche, in generale, le divisioni crescono a causa della diffusione di media d'opinione secondo il "modello Fox News" e la diffusione di circuiti di disinformazione che vengono amplificati dai social media.
L'Italia è scesa dal 41esimo al 58esimo posto.
All'ultimo posto in Europa troviamo la Grecia (108), che sostituisce quest'anno la Bulgaria al 91esimo posto.
In Francia (26esimo posto), come in tutti i Paesi democratici, l'Ong nota un "rinnovamento delle tensioni sociali e politiche, accelerato dalle reti sociali e dai nuovi media d'opinione".