Il presidente ucraino ha spronato i Paesi produttori di petrolio ad aumentare la produzione. "Il futuro dell'Europa dipende da voi"
Annunciato ma subito revocato il coprifuoco per domenica per gli abitanti di Kiev, dove rimane comunque quello solito che parte dalle 20 fino alle 7 del mattino.
Mentre gli attacchi russi continuano nei dintorni di Kiev, come a Kalinvka, dove una riserva di carburante ha preso fuoco dopo essere stata bombardata. Esplosioni anche su Leopoli, almeno tre ha denunciato il sindaco che ha chiesto ai cittadini di rifugiarsi nei bunker senza dare ulteriori precisazioni per motivi di sicurezza. Un'esplosione avrebbe sfiorato uno dei principali ripetitori per le comunicazioni della città.
"Il futuro dell'Europa dipende dai vostri sforzi"
La questione delle riserve di petrolio è un elemento chiave di questo conflitto, ha ricordato il presidente ucraino davanti al forum di Doha, dove è apparso in videoconferenza. "Il futuro dell'Europa dipende dai vostri sforzi", ha detto Volodymyr Zelensky rivolgendosi al Qatar. "Vi chiedo di aumentare la vostra produzione di petrolio, per fare capire a Mosca che non potrà usare l'energia come un'arma per ricattare il mondo", ha esortato il leader ucraino.
Dopo giorni di stallo e 16.000 soldati russi morti secondo Kiev, Mosca ora cambia strategia e punta al controllo del Donbass, intensificando la pressione sull'area a sud-est dell'Ucraina, per garantirsi il controllo del mar d'Azov e uno sbocco sul mar Nero.
Mariupol resta sotto assedio
Proprio dal Mar Nero arrivano immagini, che mostrano secondo Mosca un attacco contro infrastrutture militari ucraine con missili di precisione. Il video in questione è stato pubblicato dal ministero della Difesa russo, a poche ore dalla ricomparsa del ministro Sergei Shoigu. Il ministro della Difesa non partecipava a eventi in pubblico da dodici giorni. Se alcune voci evocavano una punizione nei suoi confronti per la campagna militare fallimentare in Ucraina, altre fonti sostengono invece che il ministro soffra di problemi cardiaci.
Tra gli obbiettivi principali delle forze russe c'è anche la resa della città assediata di Mariupol, in cui quasi 200.000 abitanti sono ancora bloccati in un contesto umanitario drammatico. Della città portuale sul mar d'Azov non rimane ormai nulla secondo alcuni testimoni.