Intanto il campione serbo di tennis resta isolato in un hotel, sotto il quale continuano le manifestazioni di affetto dei suoi fan
Verrà decisa nell'udienza di lunedi 10 gennaio a Melbourne la sorte del campione del tennis serbo Novak Djokovic, da quattro giorni in isolamento per essere entrato in Australia, dove avrebbe dovuto disputare gli Open di tennis, senza il richiesto certificato vaccinale.
Lo sportivo, che continua a ricevere l'omaggio dei suoi tifosi, radunati davanti all'albergo che lo ospita, ha presentato ricorso contro l'espulsione dal paese e ha richiesto una deroga, affermando di essere già guarito dal covid.
Nello stesso albergo in cui è isolato Djokovic sono ristretti almeno 32 cittadini stranieri, che le autorità considerano immigrati illegali, rimasti impigliati nel rigido sistema migratorio australiano, e alcuni da anni in un sostanziale stato di detenzione.
Nei giorni scorsi la famiglia del campione aveva accusato il governo di Canberra di "tenerlo prigioniero", spingendo la ministra dell'Interno Karen Andrews a rilasciare una dichiarazione pubblica per smentirlo. "Djokovic non è prigioniero in Australia", ha detto la ministra. "E' libero di lasciare il Paese in qualsiasi momento voglia, cosa che le autorità di frontiera faciliterebbero".