Petite Terre, un paradiso naturale da proteggere

In collaborazione con The European Commission
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Di Aurora Velez
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Un gruppo di scienziati monitora la condizione di flora e fauna nei due isolotti disabitati nei Caraibi. Il progetto è finanziato in parte dall'Unione europea

Petite Terre, in Guadalupa, è un paradiso di biodiversità. Fauna e flora sono regine incontrastate nei due isolotti disabitati che la compongono. Questa riserva nazionale è una roccaforte dell'iguana delicatissima: ce ne sono 10.000 esemplari, un terzo della popolazione mondiale. Ma l'equilibrio di questo ecosistema è minacciato dal turismo e dal cambiamento climatico. Grazie a un progetto europeo due gruppi di scienziati, uno dei quali specializzato in specie marine, monitorano la situazione.

"L'anno scorso, nel quadro dell'indagine sull'ambiente marino, è stata identificata una colonia di acropora palmata - dice Léa Sebesi, responsabile scientifico dell'associazione Titè -. Gli scienziati hanno deciso di caratterizzare questa colonia corallina per poter effettuare un'indagine più lunga e monitorare l'evoluzione di questa colonia esposta al turismo e agli impatti potenziali del cambiamento climatico".

Il progetto ha un budget di poco più di mezzo milione di euro, di cui il 70,8% finanziato dalla politica di coesione europea. La riserva ha 842 ettari di mare e 148 ettari di terra. Ci sono 165 specie di uccelli a Petite Terre. Anthony è un ornitologo. Nei suoi 23 anni di studi, ha notato che la popolazione di alcune di esse, come il voltapietre o il piro piro semipalmato, stanno diminuendo.

"Ma non ci sono solo cattive notizie - dice l'ornitologo Anthony Levesque -. Prendiamo ad esempio le piccole sterne. Non solo siamo riusciti ad aumentare o almeno a stabilizzare il numero di coppie che si stabiliscono ogni anno per riprodursi, ma soprattutto, grazie all'installazione di piattaforme, abbiamo decine di pulcini che nascono ogni anno. È davvero fantastico".

Si può arrivare qui solo in barca e l'ancoraggio è vietato per preservare la barriera corallina. Gli skipper accreditati per entrare nella riserva sono obbligati parlare ai turisti della fragilità dell'ecosistema e a realizzare con loro un itinerario didattico di un'ora in una zona limitata di Terre de Bas. L'altro isolotto è vietato al pubblico. I regolamenti sono molto severi. È vietato portare via qualsiasi cosa dall'isola. I trasgressori rischiano una multa fino a 1.500 euro, che può salire fino a 75.000 euro se rifiutano i controlli.

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