L'accusa è di bancarotta e riguarda quattro società nel settore turistico, cinematografico e alberghiero. In manette anche la figlia e un nipote
"Lo stanno trattando peggio di Totò Riina". Così l'avvocato Pina Tenga commenta l'arresto per bancarotta del presidente della Sampdoria FC Massimo Ferrero.
Le manette sono scattate a Milano per l'imprenditore romano, condotto nel carcere di San Vittore per via del crac di 4 società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico consede in provincia di Cosenza. Le società, da quanto si è appreso, sono state dichiarate fallite qualche anno fa.
Non sarebbe invece coinvolto in alcun modo il club calcistico da lui presieduto.
Nel registro degli indagati, oltre a lui, sono stati iscritti la figlia Vanessa, accusata a sua volta di bancarotta, e il nipote Giorgio, entrambi ai domiciliari. Tra i destinatari del provvedimento del gip del tribunale di Paola (Cosenza) ci sarebbero anche due manager.
L'avvocato Tenga, ha presentato un'istanza ai magistrati affinché possa essere trasferito a Roma per consentirgli di assistere alla perquisizione e procedere all'apertura di una cassaforte all'interno di un'abitazione. "Abbiamo fatto istanza alla Procura di Paola - prosegue la penalista - per chiedere che Ferraro possa essere trasferito a Roma per presenziare alla perquisizione e all'apertura di una cassaforte