L'ultimo rapporto dell'organizzazione parla di un adolescente su 7 in condizioni di sofferenza psichica, con un'incidenza che nel sud del mondo è anche maggiore
Di salute mentale si è parlato fin troppo negli ultimi due anni, tanto che più d'uno inizia a liquidare la questione come un altro vezzo postmoderno.
Eppure, il problema continua a esistere e a dilatarsi, sotto gli occhi impotenti di mezzo mondo: e sembra non valere più nemmeno l'obiezione che pretende si tratti di "problemi da primo mondo", visto che i dati parlano di un'incidenza che in Africa e Medio Oriente sarebbe perfino più elevata.
Problema globale
L'ultimo allarme arriva dall'Unicef, che nel suo rapporto annuale parla di un boom di disturbi psichici che in tutto il mondo riguarderebbero ormai 89 milioni di adolescenti, in proporzione di 1 su 7.
Un peso che a volte si fa intollerabile e che sempre più spesso porta all'epilogo peggiore
"Il problema è grave" spiega Zeinab Hijazi, tra le principali autrici della ricerca. "Stiamo vedendo 47.000 adolescenti morire di suicidio ogni anno, e questo è un numero impressionante. Investire nella salute mentale oggi può salvare la vita ai nostri stessi figli".
Detonatore
Pandemia e confinamento, in realtà, avrebbero fatto da detonatore a una situazione che andava già sedimentando da tempo: i più colpiti, in questo senso sono i ragazzi affetti da autismo o disturbi dell'attenzione, che più di altri hanno accusato ansie e incertezze portate dalla malattia emergente, dalla chiusura di scuole e centri terapeutici e di aggregazione e da una crisi economica che nel sud del mondo, com'è ovvio, si è fatta sentire con una violenza assai maggiore.
Una situazione che si fa devastante laddove siano già presenti problemi pregressi, come i disordini alimentari o il disturbo bipolare; e che - oltre a far lievitare il tasso di suicidi - rischia di cristallizzarsi in forme di disabilità cronica.
Condotta in 21 paesi e inserita nel rapporto annuale, l'indagine rileva episodi di depressione o anedonia riportati da un individuo su 5, nella fascia che va dai 15 ai 24 anni. L'agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dell'infanzia sta esortando i governi a incrementare stanziamenti e risorse per affrontare un problema di cui tutti parlano ma che nessuno sembra voler prendere di petto.